uganda

Il mio intervento pubblicato sul Trentino di oggi sul tema della solidarietà internazionale.

 

L’apertura della campagna elettorale per le prossime elezioni provinciali del 27 ottobre ha segnato un’importante partecipazione di diverse categorie al dibattito su temi che toccano lavoratori, imprese, parti sociali.

Il contributo dato da Acav mi dà l’occasione per proporre la mia riflessione sul settore della solidarietà, che coinvolge migliaia di persone, la maggior parte impegnata nel settore dello sport, ma anche in ambito sociale. Le difficoltà dei bilanci statali, che si traducono in tagli al welfare state, consegnano sempre più nelle mani dei volontari e del terzo settore i compiti di assistenza ai cittadini in difficoltà. E permettono a questo settore di avere anche una crescente rilevanza economica: secondo i dati forniti dall’Ue, il volontariato contribuisce fino al 5 per cento del PIL dei Paesi membri, mentre in Italia siamo sotto l’1 per cento.

Indici di cui sentiamo parlare come campanelli di allarme perché con i tagli alle risorse, il ridimensionamento della spesa pubblica, l’Italia, il nostro Trentino non può che farne i conti. Ma come?

Non possiamo certo misurare il nostro benessere sulla base di spread, dei consumi, escludendo ad esempio le prestazioni in ambito familiare ed anche nel volontariato..sì perché penso che il lavoro volontario fatto per le più varie cause sociali, familiari, di giustizia, di equità producono molto, moltissimo. Pensiamo ad esempio a ciò che muove un singolo che si mette a disposizione dei vigili del fuoco volontari, e ciò che ci guadagna la comunità tutta. Alla coesione sociale che cresce dall’impegno personale che si fa portatore di un desiderio nobile di auto reciproco, rinsalda la società.

Il nostro trentino è ricco di questi esempi, un impegno che ha bisogno oggi di essere rilanciato. La messa a disposizione della comunità tutta di idee, competenze, anche alla pubblica amministrazione, per rispondere alle nuove sfide attraverso una sussidiarietà orizzontale, ma che sa anche costruire ponti di solidarietà da un emisfero all’altro.

Il mondo ormai entra nelle nostre case, nelle fabbriche, dobbiamo saper cogliere le nuove opportunità che arrivano da un mondo interdipendente, sapendo guardare al di là delle nostre meravigliose montagne.

Penso che la solidarietà trentina va riconsiderata da un lato migliorando la valutazione di ogni centesimo speso della comunità, oltre ai rendiconti richiesti è necessario mettere a punto di un serio sistema per verificare la riuscita dei singoli progetti, della loro sostenibilità nei paesi beneficiari, nella seria documentazione a supporto delle spese sostenute. Questo non può che essere fatto da un organo di regia che sa anche mettere a sistema gli interventi con un orizzonte non solo temporale ma anche di indirizzo.

La solidarietà ha fatto entrare in casa nostra ad esempio importanti relazioni con altri paesi, relazioni che possono diventare un punto di riferimento per le nostre università, occasioni di studio di paesi che stanno avendo un’importantissima crescita. Ma perché no anche poter fare parte di quella crescita mettendo a sistema quelle relazioni intessute come occasione anche per le nostre aziende trentine che si trovano oggi a doversi confrontare con un mercato che apre a nuovi spazi e che vanno presi per poter essere riferimenti importanti e continuare a produrre qui quelle risorse insostituibili.

Pensiamo che la solidarietà può diventare oggi un punto di riferimento e tessere relazioni tra profit e non profit, per creare lì quello sviluppo che non può più attendere e che non può essere demandato alla solidarietà internazionale o alla politica aggressiva di India e Cina, e qui occasioni per rilanciare il settore economico nel suo complesso creando nuovi posti di lavoro e migliorando la qualità stessa nei nostri prodotti.

Non possiamo inoltre muoverci in una direzione che non sia anche europea, attrezzando le possibilità di accedere ai fondi messi a disposizione dall’Ue per la cooperazione internazionale, inserendoci nelle linee operative identificate come prioritarie e potendo così non solo migliorare la qualità e la quantità dei progetti sul campo ma anche massimizzando le somme messe a disposizione dal bilancio provinciale. Per questo non può che crescere all’interno del mondo associativo un tessuto di competenze capaci ed attrezzate ma anche l’interazione tra realtà che operano in ambiti simili.

La capacità del Trentino e dell’euro regione di confrontarsi anche in questo ambito non può che favorire l’innovazione e la capacità delle stesse associazioni di rispondere in modo sempre più lungimirante ai bisogni ed alle sfide di quei paesi in cui l’impegno trentino è certamente determinante per migliaia di persone, ma può esserlo ancora di più anche per il nostro territorio.

Trentino 2013- 2018 la prossima legislatura può aprire la porta ad un Trentino che sa cogliere l’opportunità di rilanciare un sistema che mette in relazione i diversi ambiti, che pone al centro un nuovo patto politico che punti al bene comune in trentino e nel mondo.

 

Luca Zeni

 

prima pagina Trentino 17 ottobre 2013

articolo Trentino 17 ottobre 2013

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