SECONDE CASE E ANNUNCI: LA POLITICA DELLA CONFUSIONE

Puntuale ed inesorabile continua l’opera di demolizione, da parte della Giunta provinciale, di quanto politicamente ed amministrativamente fatto negli anni scorsi per cercare di dare equilibrio allo sviluppo economico dei territori di montagna, nel rispetto delle risorse ambientali e paesaggistiche, così indispensabili all’economia turistica del Trentino tutto.

Infatti, mentre il vicino Alto Adige/Südtirol prosegue nel suo virtuoso percorso di valorizzazione dell’esperienza dei masi di alta montagna e di potenziamento dell’accoglienza in un sistema alberghiero all’avanguardia, il Trentino a trazione leghista apre all’edificazione delle “seconde case”, incentivando in tal modo un ulteriore consumo del territorio; penalizzando ovviamente l’economia alberghiera e contribuendo ad abbassarne i livelli di qualità; colonizzando paesi e vallate con l’arrivo di un turismo residenziale che poco spinge sul settore dei consumi e scarsamente si integra con le comunità non creando valore aggiunto e contribuendo, infine, a scalmierare il mercato immobiliare, mantenendo alto il costo delle abitazioni per le giovani coppie.

Insomma, ancora una volta, il modello che ci propone la Giunta provinciale è afflitto da uno strabismo capace solo di guardare indietro e nelle immediate vicinanze del consenso, ma assolutamente privo di una visione di prospettiva, anche minima e cioè in grado di andare oltre l’orizzonte quotidiano. Ma non solo. Su tali delicate questioni la Giunta provinciale va in palese confusione con il Presidente della stessa che riafferma l’ormai trito ritornello possibilista, purché capace di cancellare quanto di positivo si era pur fatto fin qui ed il Vice Presidente che sostiene l’esatto contrario, nell’assordate silenzio dell’albergatore Assessore al Turismo ed in perfetta copia con quanto avviene in sede romana.

Mentre cioè si pensa di rilanciare l’economia provinciale promuovendo qualche strada, meglio se inutile e rilanciando la deleteria politica delle “seconde case”, vengono meno quelle indicazioni di prospettiva che vorrebbero la promozione del territorio per la sua salubrità e per la tutela dell’ambiente montano, anziché per le possibilità edificatorie e così si fa strada un modello ripiegato su sé stesso, incapace di cogliere i potenziali del mutamento e teso solo ad accontentare ristrette cerchie di immobiliaristi e di costruttori, meglio se sostenitori delle politiche leghiste e dei loro circoli.

Tutto ciò premesso, si chiede cortesemente di poter interrogare la Giunta provinciale per sapere: 

- se la stessa è consapevole che la vigente normativa che limita le cosiddette “seconde case” ha contribuito in modo rilevante al mantenimento di bassi prezzi nell’acquisto di alloggi per le giovani coppie;

- se la stessa è consapevole che la vigente normativa tutela dal consumo elevato del territorio e favorisce, di contro, la residenzialità, contribuendo a ridurre i rischi del progressivo spopolamento;

- se si intende proseguire con gli incentivi alle ristrutturazioni del patrimonio immobiliare esistente, recuperandolo e favorendo in tal modo l’edilizia di alta qualità;

- se la stessa intende comunque porre mano alla vigente normativa in materia e con quali obiettivi politici e tecnici.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

Distinti saluti.

- avv. Luca Zeni -