QUALI POLITICHE PER I BOSCHI SCHIANTATI?

 

Nel ringraziare la Giunta provinciale per aver voluto rispondere, in tempi ragionevoli, all’interrogazione n. 348, presentata lo scorso 13 marzo dallo scrivente, debbo però purtroppo rilevare un certo grado di insufficienza nelle risposte della stessa e quindi mi permetto di tornare sugli argomenti posti in oggetto alla mia precedente interrogazione, in materia di interventi di esbosco e di ricostituzione dei boschi danneggiati. 

Va così preliminarmente osservato che, l’affermazione della Giunta provinciale circa l’elevata quantità di legname schiantato che eccede la potenzialità di intervento e di assorbimento del sistema trentino, con particolare riferimento alle imprese locali di utilizzazione forestale, è anzitutto un’ammissione di scarsa capacità previsionale e programmatoria, perché, fin dall’inizio degli eventi calamitosi ed appunto in una dimensione di programmazione, dovevano emergere subito le difficoltà di assorbimento del legname schiantato da parte del sistema locale, prevedendo, di conseguenza altri tipi di intervento, ma evidentemente ogni forma di politiche programmatorie nei singoli settori appare ancora del tutto sconosciuta all’azione di questa Giunta provinciale. 

Evidenziatisi, in tal modo e purtroppo, i limiti delle tanto sbandierate capacità della “filiera foresta – legno” trentina di affrontare da sola “l’emergenza schianti”, si è poi mancato di elaborare una vera strategia, all’interno della quale prevedere anche un ragionato e controllato intervento di soggetti esterni, governando i processi e non subendoli. Infatti i nodi non sono solo quelli che devono affrontare le imprese per la fatturazione del legname, ma soprattutto quelli degli operatori – con particolare riguardo a quelli austriaci – che acquistano il legname, lo lavorano con proprie squadre di boscaioli, lo segano fuori provincia e poi, di fatto, rivendono ad imprese italiane il legname semilavorato.

Si tratta di un fenomeno destinato ad aumentare nel tempo ed il cui risultato finale sarà quello di sottrarre quote rilevanti di valore aggiunto all’economia dei territori, senza che il governo provinciale sia in grado di dire e/o fare alcunché.

Nel merito delle risposte della Giunta provinciale all’interrogazione n. 348, vale la pena richiamare l’attenzione sul punto 1), laddove si affronta l’ipotesi di rafforzamento dell’associazionismo forestale trentino e dove la risposta istituzionale risulta clamorosamente contraddittoria. L’associazionismo fra proprietari forestali è infatti e da tempo, uno dei punti fondamentali della “Strategia forestale europea” ed è recepito, sia nel nostro Piano di Sviluppo Rurale, sia nella Legge provinciale n. 11/2007 in materia di Foreste. E’ singolare ed estemporaneo quindi interpretare l’associazionismo del Piano d’Azione come finalizzato a promuovere nuove forme associative flessibili, peraltro del tutto indefinite, basandosi sul fatto che in alcuni casi del tutto marginali vi sono istituti come il B.I.M. e qualche Consorzio di Miglioramento Fondiario che si sono fatti carico di gestire, a favore dei propri associati, questa fase dell’emergenza, tralasciando decisamente ogni riflessione circa l’apporto possibile che l’associazionismo forestale storico e consolidato potrebbe fornire. 

Da un simile ragionamento, se ne deduce che le numerose – ed operanti da tempo – associazioni di proprietari forestali, sia pubblici che privati, sono considerate quindi dalla Giunta provinciale, non solo inutili in questa fase, ma anche prive di un loro specifico ruolo. Si tratta di un punto di vista estremamente grave e pericoloso, perché svilisce il territorio e le sue potenzialità e perché accentra ogni azione in capo alla Provincia, secondo una cultura politica appunto centralista e dirigista, incapace di condividere e di chiamare tutti i soggetti all’assunzione di responsabilità decisionali.

Per quanto riguarda poi il punto 2) della precedente interrogazione, osservo che allo stesso, nel merito, non è proprio stata data risposta alcuna. Infatti, chiedevo se, dando seguito a quanto auspicato nel Piano d’Azione, la Provincia intendesse erogare contributi ai proprietari forestali e riferiti ai metri cubi di legname schiantato come fatto ancora nell’ottobre scorso dalla Provincia autonoma di Bolzano e la risposta si limita a dire che forse, in futuro, se sarà possibile, “non si esclude di poter intervenire in una fase successiva ed in modo mirato con incentivi a sostegno dell’esbosco del legname”.

Ci si domanda inoltre, come mai i proprietari forestali non possono accedere, per l’anticipo delle somme necessarie alla fatturazione del legname, al credito agevolato definito nell’apposito Tavolo. Ma, bontà sua, la Giunta provinciale appunto non esclude di poter intervenire in una fase successiva con interventi mirati. Siamo evidentemente agli auspici, alla propaganda elettorale che non vincola le azioni di governo, seguendo una moda che dilaga a livello nazionale ma che dovrebbe invece essere abbandonata almeno in atti che, come quelli in esame, affrontano problemi inderogabili e urgenti.

Infine, una piccola, ma non irrilevante, osservazione di natura tecnica., La risposta all’interrogazione n. 348, nella versione giunta per le vie istituzionali all’interrogante, porta la sigla MZ/ finale, che non può che essere la sigla dell’estensore della stessa. Ma ,notoriamente, le interrogazioni e le loro risposte sono atti di natura esclusivamente politica e non vengono quindi stesi e redatti dalla Struttura provinciale, come invece appare evidente in questo caso. tutt’al più è d’uso che gli uffici di Gabinetto degli Assessori raccolgano le informazioni tecniche e poi redigano loro le risposte politiche, perché se i termini invece si capovolgono, la commistione fra politica e scelte amministrative assume contorni indefiniti e preoccupanti, perché non è chiaro se il punto di vista è quello dell’Assessore competente o del Dirigente e/o Funzionario estensore delle risposte alle interrogazioni, rendendo inoltre e di fatto vuoto il significato dell’istituzione degli Uffici di Gabinetto degli Assessorati.

Tutto ciò premesso, si chiede cortesemente di poter nuovamente interrogare la Giunta provinciale per sapere:

1) se la stessa, anche alla luce delle considerazioni suesposte, progetti di cambiare le politiche in favore dell’associazionismo forestale ed eventualmente in quale direzione potrebbe andare questo cambiamento, tenuto conto che nella fase di emergenza non ha ritenuto di avvalersi delle associazioni stesse;

2) se non ritiene di dover riformulare il Piano di interventi, rendendo effettiva ed immediata l’erogazione dei finanziamenti ai proprietari forestali, quale sostegno al reddito d’impresa, come avviene nella vicina Provincia autonoma di Bolzano;

3) se non si intendono attivare anche per i proprietari forestali, al fine di sostenere le anticipazioni di spesa collegate alla fatturazione del legname, i crediti a tasso agevolato, così come stabiliti nell’ordinanza del Presidente della Provincia, conseguente ai lavori del “Tavolo per il Credito”.

A norma di regolamento si richiede risposta scritta.

Distinti saluti

- avv. Luca Zeni -