Bandiera Italiana

Perché rappresentanti istituzionali provinciali utilizzano l’emergenza covid per creare contrapposizione tra forze armate e partigiani, con messaggi inneggianti in modo implicito al fascismo?

 

Durante le fasi acute iniziali della pandemia che ha colpito tragicamente anche il nostro territorio, sono apparse sui “social” alcune condivisioni, da parte di figure di spicco del panorama istituzionale provinciale, in relazione ad un messaggio, peraltro del tutto anonimo e dai contorni e contenuti a dir poco sconcertanti, inneggiante in modo implicito al fascismo.

Uno scritto che crea una netta contrapposizione tra rispetto dello stato italiano e patriottismo (“Avete sostituito il Tricolore con l’arcobaleno, oggi lo esponete da balconi e finestre”), tra rispetto della bandiera italiana e resistenza (“avete fischiato l’Inno di Mameli e lo avete sostituito con Bella Ciao, oggi lo cantate dai balconi”, peraltro generando una evidente contraddizione con l’impostazione della Lega nord, che del tricolore non ha certo avuto rispetto fino all’utilizzo strumentale della storia recente con la conversione dal secessionismo al sovranismo), fino all’attacco diretto ai partigiani: “gli alpini montano Ospedali da Campo, le Associazioni d’Armi supportano la Protezione Civile, non vedo partigiani o sardine a darsi da fare..”

Fino alla rivendicazione orgogliosa: “.. noi che ci mettevamo la mano sul cuore appena partiva l’inno, che applaudivamo ai reparti che orgogliosi sfilavano in via dei Fori Imperiali.. Noi eravamo Fascisti!!!”.

Pur nella certezza che, nonostante certi limiti imposti dall’emergenza e che si spera siano presto eliminati, la libertà di pensiero e di parola debba rimanere intatta, certe scelte, perché di questo si tratta come quella qui riassunta, destano inquietudine soprattutto laddove – dietro lo scudo di un più che condivisibile plauso a solidarietà alle Forze dell’Ordine – il messaggio posto in rete e che ha raccolto i commenti positivi di più di un esponente del partito di maggioranza relativa, esalta chiaramente al fascismo, nonché una sorta di orgoglio nazionale che sembra essere, dal messaggio stesso, appannaggio esclusivo di un solo schieramento politico.

In questa triste vicenda, che non meriterebbe alcuna nota di commento se non vi fossero coinvolte le Istituzioni dell’autonomia speciale, colpisce l’adesione ad un messaggio che di fatto si richiama all’impostazione a alla retorica fascista, con esplicite affermazioni cariche di disprezzo per chi ha fatto la Resistenza, rischiando la propria vita per i valori della democrazia e della libertà.

Tutto questo è decisamente inaccettabile in un Paese dove è ancora, fortunatamente, un reato l’apologia del fascismo; dove la Resistenza è un valore sul quale si fonda la Repubblica stessa e dove la tragedia dei totalitarismi ha lascito solchi dolorosi e profondi.

Per ovvie considerazioni di responsabilità si è volutamente attesa una fase meno carica di tensione, rispetto all’emergenza dei primi momenti, ma ciò non toglie nulla alla necessità di un urgente chiarimento politico su di una vicenda che, in condizioni di normalità, avrebbe preteso ben altro.

Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

- se la stessa condivide il testo del messaggio in oggetto, nonché i relativi commenti espressi rispettivamente da un suo componente e dal Presidente del maggior Gruppo consiliare di maggioranza;

- se, in caso di risposta negativa al precedente quesito, il Presidente della Giunta provinciale non intenda prendere le distanze da quel messaggio e dai commenti che ne sono seguiti da parte di autorevoli esponenti del suo stesso partito;

- se non ritenga opportuno introdurre nei percorsi di apprendimento scolastico di ordine secondario superiore, specifici approfondimenti sulle principali ideologie totalitarie del XX secolo, posto che tali fenomeni appaiono ancor troppo poco indagati nei programmi scolastici provinciali e nazionali.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

Distinti saluti.

- avv. Luca Zeni -