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Condivisibile intervista di Massimo Cacciari in merito all’oscuramento sui social di Trump.
Questa vicenda consente una riflessione più ampia, rispetto a questi giganti, detentori delle informazioni di miliardi di persone, con un potere commerciale e politico senza precedenti.
Vi è una evidente necessità di una regolamentazione pubblica, con regole chiare che consentano il rispetto dei principi di un ordinamento giuridico.
Pensiamo ai numerosi ostacoli con l’attuale assetto nella tutela dalla diffamazione.
Pensiamo alla decisione di oscurare un profilo o un commento, che può riguardare un comune cittadino o il Presidente degli Stati Uniti: se ha usato il social per veicolare un contenuto eversivo, soprattutto se ricopre un ruolo istituzionale, deve essere un organo politico o giudiziario a stabilirlo, non Zuckerberg.
Poi c’è l’altro piano, quello della corretta informazione; negli ultimi anni il bombardamento quotidiano di informazioni ha livellato e relativizzato tutto, consentendo il proliferare di fake e di un vero sistema di disinformazione; dovrebbe invece tornare centrale il tema dell’autorevolezza della fonte.
Questi strumenti sono potentissimi, ma ancora non abbiamo costruito un sistema di anticorpi che ci permetta di utilizzarli con consapevolezza; dovrebbe essere una priorità nell’agenda politica.

 

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