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Interrogazione 

IL “DISSERVIZIO” POSTALE IN TRENTINO

 

E’ del tutto evidente che la pandemia in atto abbia purtroppo inciso su larga parte del sistema economico, sociale e dei servizi anche nel nostro territorio provinciale, ma la situazione degli Uffici e dei Servizi postali sparsi nelle nostre vallate merita una particolare attenzione, posto che le lamentele dell’utenza non giungono solo da qualche singola geografia, bensì da una pluralità di realtà sparse ovunque e ciò significa soprattutto disservizio e caos.

Ad esempio, a Pergine Valsugana, terza città del Trentino, l’unico sportello di “Poste Italiane s.p.a.” è ormai ridotto al lumicino, con la diminuzione drastica dei portalettere; con ritardi esagerati nella consegna della corrispondenza; con orari ridotti di apertura al pubblico e con una sempre meno efficiente funzionalità degli sportelli. E’ chiaro che non si tratta di scarso impegno professionale dei singoli dipendenti, che anzi si prodigano ben oltre il dovuto, bensì di un sistema ormai giunto al collasso e reso ancor più claudicante da tutte le normative connesse al rispetto delle disposizioni di prevenzione della pandemia. A Povo, frazione di Trento, la situazione, come riportano i mass media, non è affatto dissimile e le lamentazioni dell’utenza sono pressoché giornaliere, peraltro senza nulla risolvere in termini di funzionalità ed efficienza.

Ma non solo.

Anche in altre e più disagiate periferie si registra una crescente e giustificata critica nei riguardi dei servizi – o meglio “disservizi” – di “Poste Italiane”, società che pare sempre più interessata invece a fare “business commerciale”, con la vendita dei più disparati prodotti ivi compresi quelli assicurativi, anziché a fornire un servizio postale efficiente ed adeguato ad una società civile e moderna.

Ovviamente questi scarsi risultati impongono al cittadino un utilizzo sempre più rilevante di altristrumenti, di natura privata,per la trasmissione ed il recapito della corrispondenza, sia essa cartacea o fatta di pacchi o di speciali strumenti, indebolendo in ciò ruolo e funzioni di “Poste Italiane”, ma anche danneggiando non poco anzitutto quelle comunità lontane dai grandi centri urbani e per le quali gli Uffici postali hanno sempre rivestito una funzione, anche sociale, essenziale.

Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

- se la stessa è a conoscenza della situazione evidenziata e riassunta in premessa;

- cosa intende fare per ovviare alla stessa, pur nei limiti delle competenze provinciali;

- se non ritiene opportuno un confronto chiarificatore e costruttivo con i vertici di “Poste Italiane s.p.a.”, per fronteggiare una situazione, come quella degli Uffici postali nelle comunità di montagna, situazione imparagonabile a quella delle realtà di pianura;

- cosa è stato fatto fino ad oggi dalla Giunta provinciale in materia, posto che la medesima ha sempre indicato il territorio come il destinatario primo di ogni attenzione istituzionale.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

Distinti saluti.

avv. Luca Zeni