Per la nostra generazione lo stato ordinario è quello della pace, perché le pur numerose guerre sempre attive nel mondo sono considerate locali e lontane.
Per questo, di fronte ad una guerra reale, dove si spara e si sganciano bombe, con il coinvolgimento di potenze nucleari, accanto alla preoccupazione c’è un sentimento di incredulità, la sensazione che le occupazioni militari non possano essere una strada logica e giusta.
Con l’Ucraina abbiamo sviluppato da anni un forte rapporto di collaborazione.
Ogni famiglia trentina può riscoprire dei legami. Mi torna il ricordo, da bambino, dei tre fratelli adottati dai miei vicini di casa dopo la tragedia di Chernobyl: il Trentino è stato da sempre vicino alla sofferenza di quella popolazione.
Per tanti anni Lyuba si occupò di mia nonna, e le fu vicina fino alla fine. Era una delle migliaia di badanti che da tanti anni vivono insieme ai nostri anziani e si prendono cura di loro.
Proprio sulla loro presenza in Trentino, ricordo un incontro di qualche anno fa con la console ucraina per un confronto rispetto alle migliaia di badanti che nelle famiglie trentine stanno vicino ai nostri anziani; incontro che si concluse con un decisamente inconsueto brindisi mattutino a base di vodka portata dalla console. Il primo pensiero non può che andare alle tante persone che soffriranno a causa di questa guerra, sia in Ucraina che qui nelle nostre case, guardando da lontano gli avvenimenti del proprio Paese.
Per quanto riguarda l’Italia, la preoccupazione maggiore riguarda i possibili contraccolpi rispetto all’approvvigionamento energetico, e ci fa capire quando sia strategico avere una politica energetica differenziata e più possibile non dipendente da singoli Paesi esteri. Servirà un grosso sforzo per stringere nuove e differenziate alleanze energetiche, e implementare la nostra capacità produttiva, soprattutto attraverso energia rinnovabile e rigassificatori.
Nel frattempo, si faccia tutto il possibile per interrompere presto questa escalation.
Generale il tuo caro armato…
Generale, il tuo carro armato è una macchina potente
spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un carrista.
Generale, il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d’una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.
Generale, l’uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.
Bertolt Brecht, 1939 (trad. Franco Fortini)