Il 27 gennaio, ricorre la Giornata Internazionale della Memoria, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, per ricordare lo sterminio degli ebrei, la Shoah, la persecuzione, le leggi razziali, la morte, l’orrore dell’azione dell’uomo che dal 1938 al 1945 si è macchiato del più terribile dei crimini della storia.

Celebrare il 27 gennaio è molto importante perché ci ricorda di guardare nell’abisso, ci costringe a interrogarci sulle tanti ingiustizie che anche oggi devastano il mondo.

Riporto una frase di Hannah Arendt, che ci ricorda come il male spesso si nasconde dietro comportamenti legati più all’indifferenza, alla mancanza di idee, al seguire indicazioni di altri senza interrogarsi sul senso di quanto facciamo. Atteggiamento che può portare sino alle conseguenze queste si assolutamente radicali dello sterminio.

” E’ anzi mia opinione che il male non possa mai essere radicale, ma solo estremo; e che non possegga né una profondità, né una dimensione demoniaca. Può ricoprire il mondo intero e devastarlo, precisamente perché si diffonde come un fungo sulla sua superficie. E’ una sfida al pensiero, come ho scritto, perché il pensiero vuole andare in fondo, tenta di andare alle radici delle cose, e nel momento che s’interessa al male viene frustrato, perché non c’è nulla. Questa è la banalità. Solo il Bene ha profondità, e può essere radicale. “ (Scambio di lettere con Gershom Scholem)

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