Interrogazione

EMERGENZA SICCITA’: DALLE PAROLE AI FATTI?

Nelle more dell’ormai evidente disegno centralista che sta connotando l’azione politica dell’attuale governo nazionale, spicca ormai tradizionalmente la strategia degli annunci roboanti, che sostituisce quella dell’agire concreto e dell’assunzione di responsabilità attraverso chiare scelte politiche. Ne fa fede, ad esempio, l’emergenza idrica.

Dopo aver nominato il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile quale coordinatore della cosiddetta “Cabina di regia nazionale sull’emergenza siccità”, nulla è stato più messo in campo per fronteggiare un problema già molto rilevante e che, con l’arrivo della stagione estiva, rischia di esplodere. Infatti, il governo non ha raggiunto alcun accordo per la nomina del “Commissario siccità”, al punto che lo scorso 25 aprile è perfino scaduto il termine per effettuare tale nomina con D.P.C.M. ai sensi del D.L. n. 39/2023.

Mentre questa nomina dorme sepolta fra le convenienze di parte ed a causa del mancato accordo fra le forze politiche della maggioranza parlamentare sia sul nominativo e soprattutto sui poteri effettivi di questa figura straordinaria, si apprende che per la Corte dei Conti paiono sussistere vaste criticità relative ai progetti idrici presentati nel contesto e per il finanziamento sul P.N.R.R..

E così anche il Trentino, i cui progetti peraltro non risultano all’attenzione della Magistratura contabile, si trova a dover scontare ritardi, incomprensioni, ostacoli e veti incrociati che provocano un immobilismo dannoso e che testimonia, una volta di più, la sostanziale incapacità del governo di uscire dalla mera dimensione annunciativa di stampo elettorale e della Giunta provinciale di rivendicare gli spazi e le competenze dell’autonomia speciale. Nel frattempo rimangono in sospeso, per il nostro territorio, circa trecento milioni di euro di lavori per opere d’irrigazione, per nuovi acquedotti, per servizi idrici integrati e per la riduzione degli sprechi nelle reti di distribuzione. Eppure, fra le competenze primarie della nostra autonomia speciale, rientrano chiaramente anche quelle in materia di acque ed in modo specifico quelle relative a:

- demanio idrico e polizia idraulica relativamente ai corsi d’acqua di tutte le categorie;

- opere idrauliche di tutte le categorie;

- opere di prevenzione e di pronto intervento per calamità pubbliche, relative ai bacini montani;

- utilizzazione delle acque pubbliche, ad esclusione dell’utilizzazione delle acque pubbliche a scopo idroelettrico;

- porti lacuali.

E allora perché non approfondire, adesso che sta per avviarsi l’esame della manovra di assestamento del bilancio provinciale, la possibilità di anticipare a Trento tali somme per dar corso a lavori urgenti, rifacendosi poi sul finanziamento del P.N.R.R., anziché disperdere in mille rivoli finalizzati alla monetizzazione del consenso nell’anno elettorale le risorse disponibili, dato che l’arrivo dell’estate rischia veramente di creare una crisi idrica di spaventose proporzioni anche fra le nostre valli?

Nell’anno 2006, come noto, la Provincia si è dotata di un nuovo strumento di governo delle risorse idriche, denominato: “Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche”, che raccoglie la più aggiornata conoscenza sulla disponibilità e utilizzazione della risorsa idrica, con l’obiettivo di gestire la “risorsa acqua” sotto il profilo della quantità, qualità e sicurezza. Non manca insomma la strumentazione giuridica e tecnica, mentre invece pare difetti la volontà e la capacità della politica di agire, anche rischiando, al di là delle logiche di emergenza continua, che sembra ormai caratterizzare la complessiva gestione dell’autonomia speciale in questa Legislatura.

Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

- a che punto si trova lo stanziamento nazionale dei fondi del P.N.R.R. previsti per l’emergenza idrica, per quanto riguarda il Trentino, posto che i nostri progetti non sembrano rientrare fra quelli messi sotto osservazione dalla Magistratura contabile;

- se non si può immaginare di usare, nel frattempo, gli strumenti della specialità autonomistica per anticipare i fondi necessari a lavori urgenti in materia idrica ed idraulica, con l’imminente manovra di assestamento del bilancio e se si è almeno tentato di concordare tale modalità con il governo nazionale;

- se esiste un piano emergenziale – e di quali dimensioni – per fronteggiare la possibile siccità estiva che rischia di compromettere irreparabilmente l’economia agro-forestale del territorio;

- quale programmazione progetta la Giunta provinciale in materia di “emergenza siccità”, posto che i cambiamenti climatici possono produrre ben altre stagioni siccitose con i relativi danni, non solo economici, ma anche sociali;

- quali azioni prevede, in caso di diffusa siccità ed emergenza idrica, il citato “Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche” e con quali tempistiche.

A norma di regolamento si richiede risposta scritta.

avv. Luca Zeni