salute

Interrogazione n.

Covid-19: quali i protocolli per la terapia a domicilio? Quale la posizione rispetto alla somministrazione di idrossiclorochina, azitromicina e enoxaparina?

 Rispetto all’epidemia in corso, la comunità scientifica ha ormai consolidato l’orientamento che le migliori modalità per contenere il contagio si basino su un’efficiente organizzazione territoriale, capace di coordinare i medici di base, con formazione e prevenzione, anche con un uso diffuso di tamponi e prossimamente di test sierologici anche su chi ha sintomi lievi. Un approccio di sanità pubblica e non solo clinico assistenziale, attraverso la cura dei malati gravi in ospedale.

Questo è stato probabilmente il maggiore errore di impostazione strategica nell’affrontare l’emergenza in Provincia di Trento: un’importante attenzione alla fase ospedaliera, molto meno al domicilio.

I territori più avanzati nella risposta all’epidemia stanno sviluppando protocolli per l’assistenza domiciliare, in particolare prevedendo di somministrare sin dall’esordio dei primi sintomi al domicilio del paziente una terapia a base di idrossiclorochina, azitromicina e enoxaparina. Pare infatti che questi farmaci, peraltro di uso comune e di facile reperibilità, riescano ad evitare che le condizioni del paziente peggiorino, ed in tal modo limitando molto la necessità di trasferimento in ospedale.

Anche Aifa ha incominciato a fornire valutazioni rispetto a tale tipo di terapia.
Tutto ciò premesso si interroga la giunta provinciale per sapere:

- quali siano i protocolli terapeutici raccomandati dall’apss ai medici di medicina generale per i malati covid a domicilio;

- se si intenda implementare l’assistenza domiciliare anche per i pazienti con sintomi lievi, in modo da contenere il contagio, e se si intenda supportare maggiormente i medici di medicina generale sul territorio, con protocolli che prevedano anche terapie a base di idrossiclorochina, azitromicina e enoxaparina.


Distinti saluti

Avv. Luca Zeni