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Proposta di risoluzoone:

Covid-19, incrementare le misure di contrasto per poter tornare “gialli”

Dopo quasi un anno dal primo lockdown, il covid continua a condizionare la vita di ogni persona. La seconda ondata è stata molto impattante in tutta Europa, ed anche il Trentino è stato colpito pesantemente.

L’andamento del contagio in un territorio come il nostro è determinato da molti fattori, alcuni “esterni” e difficilmente prevenibili, altri legati alla condotta individuale delle persone, altri a scelte politiche. Certamente il rispetto delle regole personali di condotta risulta decisivo (corretto utilizzo della mascherina, distanziamento, igiene delle mani..), ma spesso è influenzato da una serie di fattori.

Ad esempio da fattori esterni, come le condizioni climatiche invernali, che disincentivano la vita all’aria aperta e favoriscono i contatti al chiuso, il che aumenta le situazioni di rischio. Ma anche le scelte politiche incidono sui comportamenti individuali, sia con le disposizioni sulle limitazioni ma anche dal punto di vista psicologico: se le istituzioni tengono alta la pressione comunicativa, è più facile che anche i cittadini mantengano alta la guardia, mentre messaggi eccessivamente ottimistici sull’andamento del contagio possono indurre a comportamenti individuali più rilassati. E’ accaduto ovunque nella scorsa estate, è probabilmente accaduto in parte in Trentino negli ultimi mesi, con il colore giallo sbandierato come simbolo di efficienza politica, addirittura con l’obiettivo annunciato di diventare bianchi in febbraio.

In questo momento la situazione è tornata invece ad essere preoccupante, in particolare per il l’aumento dei contagi nella nostra provincia, probabilmente legato anche alla presenza di varianti del virus.

Per questo motivo occorre correre, sull’esempio di altri Paesi, per incrementare alcune misure:

- vaccinare più velocemente e diffusamente possibile, anche per evitare il diffondersi di varianti del virus. Corretta la sollecitazioni delle regioni al governo per ottenere velocemente più dosi possibile (e al di fuori di discutibili tentativi di fughe in avanti delle singole regioni, difficili da realizzare in una fase come quella di una pandemia), ma oltre al numero di dosi è altrettanto importante la capacità di somministrare nel più breve tempo possibile le dosi disponibili, con una organizzazione efficace e con una clima che favorisca la disponibilità ad essere vaccinati da parte delle persone;

- implementare i tamponi, sia quelli molecolari, sia quelli antigenici rapidi di terza generazione. Pare finalmente che entro il mese di marzo potranno partire i tamponi salivari realizzati dal Cibio, ed annunciati dalla giunta come imminenti già in ottobre 2020. Ma a gennaio, mentre altre regioni registrano in proporzione un numero triplo di tamponi rispetto al Trentino, nella nostra provincia il numero di tamponi è calato. Purtroppo nelle scorse settimane la maggioranza in consiglio provinciale ha respinto la richiesta di implementare il numero dei tamponi, ma questa misura, oltre a rendere più efficace la lotta al virus, porterebbe ad un numeratore più alto nel rapporto tra tamponi effettuati e positivi, e probabilmente ridurrebbe l’alta percentuale del rapporto attualmente presente in Trentino, criterio utilizzato tra gli altri per determinare la colorazione di una regione.

- proseguire e incrementare ulteriormente l’attività di tracciamento;

- incrementare la comunicazione istituzionale sui comportamenti corretti da seguire.

In una risoluzione approvata dal Consiglio provinciale ad inizio febbraio 2021, si chiedeva alla giunta di definire scaglioni di accesso alla prenotazione dei vaccini, soprattutto per le persone anziane, verificando la possibilità di una comunicazione personalizzata per gli over 80; tuttavia non risulta che tali azioni siano state adottate. Peraltro l’attuale sistema induce spesso le famiglie, in apprensione e con la volontà di vaccinare prima possibile il proprio caro anziano, a cercare il primo posto libero, e si stanno verificando situazioni molto disagevoli con grandi anziani che vengono portati da una parte all’altra della Provincia; un’organizzazione più coerente favorirebbe vaccinazioni più vicine a casa.

Al contempo si chiedeva di pubblicare in maniera dettagliata il cronoprogramma vaccinale, non soltanto per alcune macrocategorie, ma anche questo impegno non risulta ancora realizzato.

Nel frattempo, venerdì 12 febbraio veniva comunicata la colorazione arancione per la Provincia di Trento, ed il Presidente della Provincia, dichiarando il suo rammarico, informava che non poteva sapere in anticipo la colorazione, in quanto i dati utilizzati per il calcolo a Roma erano sconosciuti. Affermazione sorprendente, poiché i dati a Roma sono stati trasmessi proprio dalla Provincia! Semmai il problema in Italia è che il sistema si basa sostanzialmente su politiche di prevenzione e comunicazione dei dati sostanzialmente lasciato alla scelta delle singole regioni, senza un controllo sostanziale da parte dello Stato, il quale ha fissato una serie di paletti e criteri, ma con maglie molto larghe entro cui muoversi (vedremo se il nuovo governo modificherà un sistema che ha manifestato molte lacune). La Provincia ha gli strumenti per prevedere, al momento dell’invio dei propri dati a Roma, l’andamento della situazione e la probabilità di avere un colore piuttosto di un altro, e sulla base di questa previsione può informare per tempo cittadini ed attività economiche, le quali possono così preparare per tempo la propria organizzazione.

Tanto premesso, il Consiglio impegna la Giunta:

  1. a garantire che le dosi di vaccino a disposizione vengano somministrate nel più breve tempo possibile, anche attraverso incentivi economici al personale disponibile a lavoro straordinario, o attraverso assunzioni ulteriori, e a monitorare e comunicare i tempi di deposito delle dosi di vaccino contenute nei frigoriferi-deposito del sistema sanitario;

  2. ad implementare il numero di tamponi, anche attraverso l’acquisto di nuove tecnologie che oggi permettono di avere strumenti capaci di effettuare sia tamponi molecolari senza necessità di passaggio in laboratorio sia tamponi antigenici rapidi di terza generazione;

  3. ad incrementare l’attività di rilevamento e monitoraggio delle varianti in Trentino, anche potenziando il ruolo dell’Istituto Zooprofilattico, e ad incrementare la comunicazione istituzionale rispetto alla necessità di mantenere un rigoroso rispetto dei comportamenti individuali (mascherina, distanziamento e igiene);

  4. ad incrementare l’attività di screening, allargandola ad ambiti ulteriori oltre a quelli già in essere, ad esempio nel mondo della scuola;

  5. a mantenere l’impegno approvato dal Consiglio provinciale il 2 febbraio rispetto alle modalità di prenotazione dei vaccini e alla pubblicazione di un cronoprogramma vaccinale dettagliato;

  6. a pubblicare, subito dopo l’invio, i dati inviati a Roma per il calcolo dell’Rt e degli altri parametri utilizzati per definire la colorazione, in modo che si possa verificare in anticipo l’andamento, e fornire agli operatori economici una previsione anticipata, al fine di facilitare la loro organizzazione d’impresa.

Luca Zeni