Nei giorni scorsi nella mia routine di runner mi sentivo stanco. Avevo fatto una gara domenica ma facendo fatica. Nei giorni precedenti un dolore alla schiena mi aveva impedito di allenarmi bene, e avevo attribuito a quello la causa, ma anche nei giorni successivi mi sentivo fiacco, con poca voglia di correre, cosa non normale per me.
Per questo, avendo ancora in agenda qualche gara, ho contattato il medico, per concordare magari degli esami del sangue, per vedere se fosse tutto a posto.
Il medico, pur ritenendola un’ipotesi da escludere visti i sintomi così generici, avendo un’attività dove incontro molte persone, “per scrupolo e per toglierci il pensiero”, mi ha proposto di fare un tampone. Peraltro senza alcun obbligo di isolamento o di limitazioni nel frattempo.
Intanto la stanchezza è passata, ieri ho fatto una bella corsa nei boschi, ed ho pensato che il calo di forma fosse già passato.
Venerdì ho fatto il tampone, ed a sorpresa oggi è arrivato l’esito positivo.
Mi dispiace molto, non per me, che sono asintomatico e sto bene, ma per i possibili disagi che potrei creare.
L’ottimo dipartimento di prevenzione dell’apss mi ha chiesto una lista dei contatti “a rischio” avuti nelle scorse settimane, in modo da valutare eventuali tamponi o controlli, anche se di solito sono sempre piuttosto attento all’uso della mascherina e delle distanze.
Il ruolo pubblico impedisce di “gestire” la situazione in maniera ordinaria (pur non avendo avuto incontri istituzionali “in presenza” ma solo on line nelle ultime settimane, oggi è già stata convocata una riunione dei capigruppo ad hoc per concordare le modalità di svolgimento del consiglio provinciale di domani), e si è già diffusa molta preoccupazione, anche tra i “contatti dei contatti”, che in realtà sarebbero coinvolti solo in caso di positività anche del mio familiare. Anche per questo spero di rimanere l’unico positivo in famiglia.
So che i numeri generali stanno salendo, e che sono situazioni diffuse, che aumenteranno probabilmente nei prossimi mesi, e che si possono gestire con le corrette procedure di monitoraggio. Però viverle in prima persona mostra una prospettiva diversa e crea molto dispiacere per il disagio che si crea a familiari e conoscenti, soprattutto qualora si fossero contagiate anche altre persone.