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Quando il comandante chiama, i soldati rispondono (anche se è del tutto casuale.. )
La madre di tutte le battaglie, per il Presidente Fugatti, ora è spostare il coprifuoco alle 23 invece che alle 22, secondo la linea indicata da Salvini.
Tanto da sfidare lo Stato, “pronto a perdere il ricorso”, meritando le pagine dei quotidiani nazionali (nelle foto, l’articolo del Corriere della Sera).
Mi permetto qualche osservazione:
- Fugatti dice che il coprifuoco alle 22 anziché alle 23 è una misura “cattiva e ideologica”. Se così fosse, anche fare una guerra per spostare di un’ora il coprifuoco sarebbe una linea “ideologica”, ponendosi sullo stesso piano. Così almeno suggerirebbe la logica aristotelica;
- “un turista potrebbe decidere di non venire in Trentino a causa del coprifuoco alle 22 anziché alle 23”, dice il nostro eroe. A parte che se in tutta Italia vale il coprifuoco alla stessa ora, il ragionamento non vale nella concorrenza tra regioni, il Trentino non si caratterizza per un turismo da “movida”, come ad esempio la riviera romagnola, e sarebbe bello avere qualche dato: quanti turisti rinunciano a venire in Trentino per un’ora di differenza di coprifuoco? Perché senza dati di riferimento, l’argomentazione è solo “ideologica”;
- “spostare il coprifuoco dalle 22 alle 23 non aumenta i contagi”, dice Fugatti. Questo è semplicemente falso, perché ogni apertura favorisce i contagi. La politica deve fare scelte, ed in questo caso la scelta sarebbe di accettare un rischio di aumento di contagi ritenuto moderato in cambio di un’ora di movimento notturno ritenuta incisiva per l’economia. Sarebbe legittimo, addirittura condivisibile, ma le cose vanno dette come stanno, o si mente sapendo di mentire;
- “se il governo non cambia l’ora del coprifuoco, farò l’ordinanza anche se so già che perderò il ricorso”. Sistema di procedere molto discutibile. Le forzature giuridiche come meri atti simbolici forse varrebbe la pena farle su questioni davvero di fondo. Altrimenti si espone l’autonomia trentina ad una perdita di credibilità istituzionale solo per una battaglia politica. Perché il ricorso non lo perderebbe lui, ma la Provincia autonoma di Trento.
Parlando di cose serie, ora dovremmo aumentare di molto la velocità di somministrazione dei vaccini (nei giorni scorsi il Trentino era tra gli ultimi rispetto agli obiettivi dati alle regioni), e via via aumentare velocemente le riaperture, perché il bisogno di relazionalità (sociale, economica, personale..) è una necessità vitale.
Non è Salvini (e di conseguenza i seguaci leghisti) che vuole maggiori aperture, ma tutti noi, tutti i cittadini hanno bisogno di speranza e relazione!
Ma non con questi modi solo propagandistici, svendendo l’autonomia della comunità trentina per sostenere le battaglie politiche di una lega componente del governo ma con Salvini che fa il figo ergendosi a paladino della libertà.
Essere Presidente della comunità trentina dovrebbe significare anteporre gli interessi e la credibilità dell’autonomia alle indicazioni di un contraddittorio segretario nazionale in perenne ansia da prestazione.
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