censura

Interrogazione

SIAMO ALLA FINE DELLA LIBERTA’ DI CRITICA?

Ma cosa sta succedendo nella nostra terra, che fu l’ “Heimat” di uomini ed idee preziose per la democrazia; di uomini ed idee che seppero battersi fino in fondo per la libertà e la tolleranza; di uomini e idee che hanno costruito il nostro presente anche rinunciando al proprio; di uomini ed idee come quelle di Battisti e di Degasperi i quali, ognuno per la propria quota e la personale storia, seppero sempre spendersi contro ogni monopolio del pensiero?

Ufficialmente, in questi giorni, la Segreteria generale della Provincia ha chiesto ad un’associazione privata e libera come può essere la “Consulta dei Genitori” di rinunciare a raccogliere le opinioni dei propri aderenti e simpatizzanti, in merito all’operato del governo provinciale sulla gestione della pandemia ed in relazione alla scuola ed all’imminente ripresa delle lezioni. E così, mentre a Roma il “leader maximo” del Presidente Fugatti copre ogni giorno il governo nazionale di contumelie accusandolo di ogni nefandezza e misfatto in vista dell’inizio dell’anno scolastico, a Trento lo stesso Presidente diffida, attraverso una Struttura amministrativa, la “Consulta dei Genitori” dal divulgare dati raccolti alla luce del sole e con un semplice e trasparente questionario, nel quale viene solo richiesta – ma non imposta – anche l’espressione di un parere sull’attività della Provincia, con riferimento appunto alla pandemia ed al sistema scolastico provinciale.

A nostra memoria, mai nessun Presidente della Provincia, nella storia dell’autonomia speciale, è arrivato a tanto, anche quando la critica si rivelava ben più aspra e pesante rispetto ad una semplice serie di domande e di opinioni. Mai nessun Presidente della Provincia, democraticamente eletto, è intervenuto in tal modo su normali cittadini per aver esercitato il loro diritto costituzionale alla critica ed alla libertà.

Accampando una lista di opinabili osservazioni di natura metodologica, tecnica e giuridica, il Presidente Fugatti, per il tramite di Uffici provinciali, tra le cui competenze non pare ci sia un’attività di sorveglianza della pubblica opinione, ha deciso di limitare, se non del tutto impedire, una legittima libertà di espressione, provando così a zittire il sempre più diffuso dissenso che accompagna tutte le decisioni di una Giunta provinciale. Probabilmente temendo un basso indice di gradimento.

A pochi giorni dall’appuntamento con la storia dell’autonomia, ovvero della più alta forma di libera espressione dei territori e delle popolazioni che li abitano, il leghismo prova maldestramente a zittire ogni possibile critica alla qualità dell’azione politica, riportando così alla memoria di tutti comportamenti arroganti ed autoritari che speravamo, francamente, del tutto archiviati nell’armadio del passato.

Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente della Provincia per sapere:

- sulla base di quali disposti normativi vigenti, la Provincia ritiene di poter contestare la legittimità del questionario prodotto dalla “Consulta dei Genitori”;

- sulla base di quali norme la Provincia reputa di poter imporre un immediato divieto di divulgazione di dati liberamente raccolti senza alcuna coercizione, senza invece ipotizzarne la pubblicazione dopo l’esito del confronto elettorale in atto;

- sulla basi di quali presupposti giuridici la Provincia reputa incoerente con il ruolo della “Consulta dei Genitori”, associazione libera di cittadini, la proposta di un questionario, che peraltro il singolo può tranquillamente rifiutarsi di compilare, sulle azioni politiche che interessano i figli degli aderenti alla suddetta “Consulta” che risultano quindi essere portatori di interessi diretti;

- quali altre azioni intende promuovere la Provincia per limitare, contenere o fermare ogni possibilità di critica al proprio operato.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

Distinti saluti.

avv. Luca Zeni