area concerto vasco

Il concerto di Vasco Rossi a Trento è ormai diventato il principale progetto politico della maggioranza provinciale, che sta concentrando energie senza precedenti su quella giornata. Nonostante i tanti problemi e le tante questioni aperte, dal covid al rincaro energia, dal PNRR al costo della benzina, la Provincia sta impiegando 18 servizi (oltre ad aver coinvolto la questura, l’A22, RFI, il Ministero dei trasporti..) per riuscire a organizzare questo concerto.

Di seguito la proposta di risoluzione che è stata bocciata in Consiglio provinciale dalla maggioranza leghista.

Proposta di risoluzione

Rispettare la funzione di garanzia dei funzionari pubblici, garantire il rispetto delle norme di sicurezza nei grandi eventi, e garantire la trasparenza della pubblica amministrazione

In un contesto nel quale l’azione della giunta provinciale, come è emerso anche dalla recente manovra di bilancio, è caratterizzata principalmente dalla gestione dell’ordinaria amministrazione, senza particolari idee di sviluppo, con la politica concentrata soprattutto sulla distribuzione delle risorse in chiave elettorale, non sorprende che il principale progetto di governo della legislatura sia ormai diventato il concerto di Vasco Rossi, nel pieno rispetto della nota strategia politica riassunta nella locuzione latina “panem et circenses”.

Rispetto a questo evento, utilizzato dalla giunta provinciale in chiave elettorale, occorre in realtà avere un approccio imparziale, valutandolo alla stregua di ogni altra iniziativa turistica, più che culturale, come ad esempio i ritiri delle squadre di calcio.

Quindi c’è un primo livello, quello alto, dove si potrebbe discutere sul tipo di eventi a cui può essere vocato il nostro territorio; sino ad ora la Provincia ha puntato ad eventi periodici, con un racconto di lungo periodo, come il festival dell’economia e il festival dello sport, peraltro confermati da questa amministrazione, che hanno consolidato nel tempo una certa immagine del Trentino e ricadute economiche valutabili; o eventi sportivi, che consentono di sfruttare le infrastrutture presenti e a veicolare l’immagine di un territorio vocato alla vita all’aria aperta; o eventi culturali che potessero implementare l’offerta in un campo molto importante per la collettività.

Rispetto al concerto, negli scorsi mesi sono apparsi moltissimi elementi che evidenziano costi molto elevati a carico della Provincia di Trento, con condizioni contrattuali molto sconvenienti per l’ente pubblico, rispetto a quanto avviene negli altri territori; su questo punto si attendono le analisi ufficiali, che ancora non sono state prodotte.

Nelle scorse settimane però il dibattito mediatico ha riguardato soprattutto un altro aspetto, concernente le modalità di organizzazione dell’evento da parte della Provincia.

La giunta provinciale ha scelto di caricare molto politicamente questo concerto. Al di là dei legittimi annunci iniziali, invece di lasciare poi in mano alla struttura a ciò deputata tutto l’iter di comunicazione e organizzazione, lo si è voluto far diventare strumento di propaganda. Il che più che altro appare sconfortante, perché traspare come il problema principale di cui si occupa la Provincia in questo momento sia il concerto di Vasco, mentre assistiamo ad un aumento dei costi dell’energia senza precedenti, con l’assessore competente che si limita a esortare Dolomiti Energia a fare qualcosa; mentre sul PNR rinunciamo ad un ruolo attivo e lasciamo che i singoli comuni si interfaccino con lo Stato; mentre negli ospedali per avere un’operazione spesso si è costretti ad andare fuori provincia.

Ma il vero problema è che la scelta di usare il concerto in chiave propagandistica, invece che lasciare che fosse un’iniziativa istituzionale, ha innescato un meccanismo dentro la macchina provinciale molto pericoloso, perché tutto, anche il rispetto della normativa vigente e il rigore sulla sicurezza, passa in secondo piano rispetto alla riuscita dell’evento.

C’è infatti un peccato originario: presi dall’ansia della propaganda, è stato annunciato l’evento ed è stata siglata una convenzione, prima di svolgere gli accertamenti necessari sull’area. Questo è il momento in cui sono iniziati i problemi: un contratto che, al di là di condizioni molto onerose per la Provincia, assicura la disponibilità dell’area di San Vincenzo per una capienza di “almeno 120.000 persone”.

Un contratto firmato senza verificare quali interventi sarebbero stati necessari per garantire il rispetto della normativa sulla sicurezza dell’area.

Quelle che strumentalmente sono declassate a polemiche, non riguardano l’idea di fare un concerto con il cantante Vasco Rossi, e riguardano solo in parte l’assenza di una reale valutazione costi benefici. Quello che ha colpito di più sono le modalità sconcertanti che si stanno utilizzando per raggiungere quell’obiettivo.

Sconcertati perché c’era un punto che tutti davano per scontato, in quanto rispondente alle più basilari regole del buon senso, prima ancora che del diritto: che prima di firmare un contratto vincolante e costoso, fosse stato compiuto il normale iter previsto dalle norme di legge per verificare i requisiti di sicurezza necessari per organizzare un evento con 120.000 persone.

Purtroppo il quadro che emerge dalla documentazione resa nota, in seguito ad alcune richiesta di accesso agli atti, lascia increduli e preoccupati sia rispetto agli aspetti legati alla sicurezza dell’area, sia rispetto alle forzature e alle pressioni della politica sui funzionari pubblici responsabili.

Uno degli aspetti riguarda gli interventi sull’area ed il rispetto della normativa ambientale.

L’altro aspetto che emerge chiaramente dalla documentazione ottenuta è che:

- in data 27 luglio 2021 il dirigente del Servizio Polizia amministrativa della Provincia scrive al suo Dirigente Generale che il prospettato concerto “inspiegabilmente, non è stato, in alcun modo ed in alcuna forma, oggetto della preventiva necessaria e obbligatoria valutazione da parte della Commissione Provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo (sia con riferimento al luogo, dato già per approvato, e sia con riferimento ai numeri folli di cui stanno parlando i giornali). Ricordo che per competenze tecniche, esperienza professionale e attribuzioni giuridiche la CPVLPS è l’unico Organo specificamente preposto, in Provincia di Trento, alla verifica di tutte le condizioni di sicurezza dei luoghi e degli eventi pubblici di tale tipologia (compresa, come indicato dal TGRA di Trento, la connessa valutazione dell’affollamento, della viabilità e dei parcheggi). Si suggerisce pertanto di non firmare contratti prima di tale formale valutazione”;

- il 27 ottobre 2021, la Commissione Provinciale di Vigilanza sui teatri ed altri locali di pubblico spettacolo, composta da persone esperte del settore, con un rappresentante del Questore ed uno del Servizio antincendi e Protezione Civile, esamina l’area, e constata che le caratteristiche dell’area non consentono adeguate vie di fuga in caso di evento avverso, trovandosi chiusa di fatto su tutti e quattro i lati. Questo significa che “data la programmata presenza di oltre 120.000 persone, può determinare pericolose interferenze, travolgimenti e schiacciamenti delle persone coinvolte da un evento avverso (come hanno insegnato i fatti di piazza San Carlo di Torino)”.

Pertanto la Commissione “ritiene, da un primo esame, che l’area non sia idonea per ospitare un evento con la presenza di 120.000 persone, ma reputa opportuno riconvocare la Commissione con la presenza anche del Sindaco di Trento o di un suo delegato per il giorno 29 ottobre”.

- lo stesso 27 ottobre 2021 viene riconvocata la Commissione “allargata” per il 29 ottobre.

Fin qui siamo nel merito, e lascia sbalorditi che la Provincia, prima di confermare l’evento, non avesse verificato le condizioni di sicurezza, né condizionato il contratto a tale verifica. Preoccupa la netta chiarezza con la quale la Commissione elenca i motivi per i quali mancherebbero le condizioni minime di sicurezza, in quell’area, con un rischio elevatissimo di conseguenze molto gravi in caso di evento avverso, come nel caso di Piazza San Carlo a Torino.

La successiva documentazione fa emergere invece comportamenti istituzionali molto gravi:

- la stessa sera del 27 ottobre 2021 il dirigente del Servizio Polizia amministrativa della Provincia (peraltro “partecipante” alla Commissione ma non componente “votante”) veniva “convocato dalla Segreteria della Presidenza proprio in relazione a tale verbale”, e lo stesso scrive, in una nota inviata al Dirigente Servizio Prevenzione rischi e cue, “che in tale occasione (erano presenti anche il Presidente, l’Assessore Failoni, il dott. Nicoletti e l’ing. De Col), sono pesantemente “accusato” per quanto deliberato dalla Commissione di vigilanza e sono stato ripetutamente “invitato (!!!) ad annullare tale verbale” e “sono stato incredibilmente rimproverato” per aver organizzato un sopralluogo al Modena Park, dove si è svolto l’ultimo grande concerto di Vasco Rossi.

Nella stessa nota il dirigente riferisce che gli sia stata prospettata una “modifica della composizione” della Commissione, e che, a fronte del suo diniego (anche perché giuridicamente non possibile) di modificare il verbale della stessa, ha ricevuto “pesanti parole” contro di lui e della sua professionalità. Gli veniva infine chiesto di “sconvocare” l’incontro della Commissione per il giorno 29 ottobre 2021.

- il 28 ottobre veniva sconvocata la riunione della Commissione;

- il Servizio Polizia Amministrativa della Provincia veniva escluso dalla fase successiva, sia dagli incontri con il Comune di Trento sia da quelli preparatori di un incarico da affidare all’esterno (annunciato anche pubblicamente dal Presidente Fugatti), deciso dopo il parere negativo della Commissione;

- il 24 novembre il Servizio Polizia Amministrativa della Provincia veniva coinvolto alla fine della ricognizione per un parere rispetto all’incarico di consulenza esterna, ed il dirigente evidenziava una lunga serie di lacune rispetto alla sicurezza dell’area, sia alla capienza massima (nel frattempo le vendite sono proseguite come se nulla fosse).

- il giorno 1 dicembre 2021 il dirigente del Servizio ribadisce che la competenza rispetto alla valutazione sull’idoneità dell’area è della Commissione di Vigilanza, e che la stessa, pur non essendo stata coinvolta nell’iter, qualora la consulenza esterna fornisse elementi nuovi, li valuterà.

Questo il percorso, molto chiaro, che emerge dalla documentazione ottenuta attraverso l’accesso agli atti rivolto al Servizio Polizia amministrativa della Provincia. Ne emerge un quadro:

- preoccupante sotto il profilo della sicurezza delle persone per un evento con così tanto pubblico;

- problematico sotto il profilo dei rischi contabili, nel caso vi fossero limitazioni di pubblico dovute a questa negligenza della Provincia, che ha firmato il contratto prima di verificare l’idoneità dell’area;

- inaccettabile sotto il profilo istituzionale, perché la politica non può in alcun modo esercitare pressioni tali sulla struttura, per ottenere il risultato voluto, soprattutto su un tema tanto rilevante come la sicurezza.

Lasciamo ad altri organi la valutazione sulla liceità dei comportamenti descritti nella documentazione, ma sottolineiamo come tale “disinvoltura” della giunta non sia in nessun modo giustificabile ed accettabile.

In seguito alla diffusione di queste notizie, il Presidente ha cercato di buttare acqua sul fuoco, ha negato pressioni sul dirigente responsabile del procedimento, e ha convocato conferenze stampa per rassicurare che si stanno cercando le soluzioni per rispettare le condizioni di sicurezza, che riguardano soprattutto le vie di fuga. Il Presidente in più occasione ha citato la circolare Piantedosi che prevede la necessità di avere 2 metri quadrati a persona, rassicurando che l’area di San Vincenzo garantisce questo parametro, ma ha sempre omesso di citare il secondo parametro previsto dalla circolare: 60 cm ogni 250 persone per le vie di fuga. Si stanno cercando soluzioni molto complesse, con la chiusura della ferrovia internazionale del Brennero, oltre alla tangenziale. Proposte complicate che hanno dato il via a battute sarcastiche, come lo spostamento del fiume Adige o la Valdastico con uscita a Mattarello come via di fuga d’emergenza.

Nei giorni scorsi però siamo venuti in possesso di ulteriore documentazione, successiva a quella già divulgata il 4 gennaio. Documentazione che aggrava ulteriormente il quadro:

- vengono confermate, non soltanto dal dirigente della Polizia amministrativa, ma anche dal Presidente della Commissione provinciale di vigilanza sui teatri ed altri locali di pubblico spettacolo, le pressioni per annullare il verbale della Commissione e di tenerlo nascosto, e di annullare la convocazione di una successiva riunione della Commissione, “al preciso fine di evitare che il Sindaco di Trento venisse a conoscenza di quel verbale negativo sull’idoneità dell’area ad un evento di quella portata”: “inaccettabili le pressioni messe in campo non solo nei confronti del dottor Maccani, ma anche di altri componenti del CPVLPS”.

- il Presidente della Commissione Rizzo specifica in maniera molto chiaro il quadro normativo, con le responsabilità della Commissione stessa. Sottolinea peraltro la peculiarità di una situazione nella quale “non trattasi di un concerto organizzato da un privato (che si assume tutti i connessi rischi imprenditoriali)”, che avrebbe dovuto chiedere le autorizzazioni e la verifica delle condizioni di sicurezza su tutto l’evento, “ma di un concerto organizzato dalla PAT che comporta ingentissime spese a carico della stessa”, ma questo non elimina la necessità di valutazione sulla sicurezza da parte della Commissione;

- il parere negativo della Commissione si fondava su documentazione della Protezione Civile;

- per provare a bypassare il parere negativo della Commissione vigilanza, è stata affidata ad una società esterna un incarico affinché si pronunci sull’idoneità dell’area, senza inserire nella proposta contrattuale la sussistenza del parere negativo della Commissione, fatto che può aver inciso sulle offerte pervenute;

- il Dirigente del Servizio Polizia amministrativa comunica che vi sono state “pesantissime pressioni al fine di negare al Consigliere Zeni l’accesso agli atti che mi aveva legittimamente richiesto, che aveva il diritto di avere e che io avevo il dovere giuridico di consegnare”, con scambi di mail con il Direttore Generale che conferma queste dichiarazioni, con minacce non tanto velate di provvedimenti disciplinari.

Una documentazione che lascia esterrefatti, che aggrava ulteriormente il quadro già emerso un mese fa con la prima richiesta di accesso.

Il tema non è il concerto di Vasco. Il tema è che, a causa della volontà di usare questo concerto come veicolo di propaganda, forzando sulla struttura per concludere un contratto non soltanto estremamente oneroso per la Provincia, ma anche senza assicurarsi prima di concluderlo che quell’area fosse idonea ad eventi con una massa così elevata di persone, si è dato il via ad una modalità di lavoro dentro la pubblica amministrazione che non è accettabile.

Non compete al Consiglio provinciale valutare la legittimità giuridica di una politica che svolge pressioni di questo tipo per indurre la struttura a muoversi contro la legge su una questione così delicata come la sicurezza, ma di certo possiamo dire con certezza che questo modo di fare non rispetta le istituzioni che rappresentate. Esiste un principio base del nostro ordinamento giuridico, quello che prevede ruoli e competenze diverse tra parte politica e struttura amministrativa, che, nel perseguire gli obiettivi programmatori posti dalla politica, assicura il rispetto della legge, a tutela dell’interesse pubblico.

Come non è accettabile che si indichi espressamente ad un pubblico funzionario di non fornire la documentazione richiesta da un consigliere provinciale, che ne ha diritto. Già negli scorsi mesi è stato denunciato l’illegittimo atteggiamento di questa giunta di non rispondere alle richieste di accesso, ma qui si va oltre alla mera, illegittima, inerzia, con l’indicazione espressa ad un pubblico funzionario di non rispettare la legge e non fornire dolosamente la risposta.

Tutto ciò premesso

il Consiglio della Provincia autonoma di Trento impegna la Giunta provinciale

ad attenersi a quanto prevede il diritto, sia nel ritenere prioritaria la sicurezza nell’organizzazione dei grandi eventi, compreso il concerto di Vasco Rossi, sia nel rispettare la separazione dei ruoli e le competenze degli organismi deputati a svolgere le valutazioni tecniche sulla sicurezza, a tutela di tutta la comunità e a rispettare la trasparenza che dovrebbe caratterizzare l’azione della pubblica amministrazione.

Luca Zeni

Sara Ferrari

Alessio Manica

Alessandro Olivi

Giorgio Tonini