Esiste una programmazione rispetto alle improvvise chiusure delle attività chirurgiche negli ospedali di valle, come è successo a Borgo Valsugana?
Il difficile momento che sta attraversando il sistema sanitario trentino richiederebbe – ancora più che nelle fasi ordinarie – una chiara linea programmatica e gestionale, che purtroppo si fatica a intravedere. Oltre alla confusione nella gestione del piano vaccini, preoccupa in questa fase, dove si sta acuendo l’emergenza che grava sui presidi ospedalieri del territorio, la carenza di una chiara gestione degli stessi.
L’esempio di ciò che sta accadendo all’Ospedale di Borgo Valsugana sembra, in proposito, emblematico.
Infatti, con una recente nota del Servizio Ospedaliero Provinciale dell’A.P.S.S. si stabilisce la sospensione temporanea dell’attività chirurgica in quel nosocomio, affermando che “l’andamento della pandemia nella nostra Provincia in questo momento richiede di implementare la disponibilità di posti letto per pazienti covid nelle terapie intensive. Si ritiene più proficuo che tale maggiore disponibilità sia concentrata negli Ospedali di Trento e Rovereto. (….) Per garantire la turnistica è necessario che il personale del Blocco Operatorio di Borgo Valsugana possa essere dedicato all’attività di terapia intensiva a Trento. Pertanto, a far data da venerdì 12 marzo, l’attività chirurgica presso l’Ospedale di Borgo Valsugana viene sospesa, parte del personale viene inserito nella turnistica dell’ Ospedale di Trento secondo quanto definito con le posizioni organizzative delle professione sanitarie e, conseguentemente le urgenze chirurgiche dovranno essere indirizzate presso l’Ospedale di Trento.”
Quindi non solo si conferma la scelta di non avere alcun ospedale “covid free”, sul quale concentrare le principali necessità sanitarie non legate al covid, ma si concentrano le terapie intensive per pazienti covid sugli ospedali di Trento e Rovereto, e contestualmente si chiude l’attività chirurgica dell’ospedale di Borgo.
Ciò significa, in pratica, la “chiusura” dell’Ospedale di Borgo Valsugana, con tutto quello che questa scelta comporta per l’utenza ospedaliera dell’intera vallata in termini di disagio, ma soprattutto di consistenti problemi organizzativi legati soprattutto al settore chirurgico, con il rinvio “sine die” degli interventi e con un complessivo danno a pazienti ed ammalati, da tempo in attesa di essere operati. Il tutto a pochi giorni dall’approvazione in Consiglio provinciale, su proposta dello scrivente consigliere, di una risoluzione che impegna la giunta a garantire tempi dignitosi per gli interventi chirurgici principali, in particolare nel settore oncologico.
La contraddizione fra queste opzioni e le sempre tanto sbandierate attenzioni privilegiate della Giunta provinciale per la sanità di valle è talmente palese che non merita nemmeno di essere commentata, anche se ci si chiede quale organizzazione sia prevista sia per Borgo (non si indica una “scadenza” del provvedimento) sia per gli altri ospedali di valle.
Eppure forse sarebbe bastato agire nella stessa direzione adottata da altre Regioni, scegliendo un modello organizzativo centrato su di un ospedale “covid free”, dove far convergere urgenze chirurgiche e quant’altro e concentrando sugli altri ospedali del territorio il compito di fronteggiare la pandemia. Oppure concordare con chi dentro gli ospedali ci lavora, dopo una ricognizione generale, un impiego del personale in grado di garantire equilibrio e condivisione delle scelte, anziché inviare comunicazioni che lasciano spiazzati gli operatori, perché inattese e non comprese nel disegno complessivo.
Avendo infatti scelto una strategia priva di una scala delle priorità e di una precisa programmazione, l’esito che ne risulta è quello di una confusione gestionale che ricade subito e solo sulle spalle dell’utenza, sia della città che delle valli.
Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:
- sulla base di quali valutazioni si è scelto di non individuare un singolo ospedale “covid free”, al fine di garantire un miglior servizio per i malati delle tante patologie non legate alla lotta alla pandemia;
- per quanto tempo si prevede di dover mantenere il blocco delle attività chirurgiche a Borgo Valsugana e quali alternative vengono proposte ai pazienti in attesa di intervento chirurgico;
- se vi sia una programmazione che coinvolga anche gli altri ospedali di valle rispetto ad eventuali necessità di impiego di personale e conseguente riduzione dell’attività chirurgica, se si stia condividendo un percorso, o se si valuterà a vista mano a mano che l’acqua arriva alla gola;
- quale strategia complessiva è stata elaborata dall’A.P.S.S. per fronteggiare compiutamente, sul versante dell’organizzazione ospedaliera, questa terza ondata del contagio.
A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.
Distinti saluti.
avv. Luca Zeni