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Luca Zeni (PD) interroga: “Che fine ha fatto l’Ufficio stampa del Consiglio Regionale?”

 

A fronte dell’assenza di personale addetto all’Ufficio Stampa del Consiglio regionale, sembra che le funzioni dello stesso siano state assunte recentemente dall’Ufficio Stampa del Consiglio provinciale di Trento.

E’ ovvio che si tratta di una decisione, per quanto originale, presa dai due Uffici di Presidenza e nel rispetto di tutte le procedure amministrative, ma per meglio comprendere l’innovazione che ciò rappresenta, anche in termini di prestazioni di lavoro dei giornalisti, il Consigliere provinciale del Partito Democratico Luca Zeni ha presentato oggi due distinte interrogazioni in Consiglio provinciale ed in Consiglio regionale per capire quali valutazioni hanno spinto verso tale decisione e quali modalità hanno supportato questa sorta di “appalto”, nonché con quali costi; con quale attenzione alla “par condicio” comunicativa fra i due enti in caso di manifestazioni comuni; per quali ragioni si è scelto l’Ufficio Stampa del Consiglio provinciale di Trento e non quello di Bolzano ed infine se di tutta questa strana procedura è stata resa edotta la Corte dei Conti, posto che si tratta di prestazioni lavorative di dipendenti pubblici per conto terzi.

 

Interrogazione 

IL POLIEDRICO UFFICIO STAMPA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE

Sembra che l’ottica di collaborazione piena e totale fra Istituzioni territoriali, soprattutto se governate dalle medesime maggioranze, ottenga crescenti consensi, se risponde al vero la notizia secondo la quale l’Ufficio Stampa del Consiglio della Provincia autonoma di Trento sembra essersi fatto carico anche dei compiti e delle funzioni dell’Ufficio Stampa del Consiglio della Regione autonoma Trentino Alto Adige/Südtirol, dopo che l’addetto stampa del medesimo ha lasciato l’incarico.

E’ positivo scoprire che fra le due Istituzioni corre una simile collaborazione, sicuramente supportata da atti amministrativi che la giustifichino e ne sostengano scelte e costi, anche se le questioni che si pongono non sono secondarie e meritano qualche approfondimento.

Posto che una simile decisione, del tutto nuova ed irrituale, deve aver avuto almeno l’avvallo dell’ Ufficio di Presidenza delle due rispettive Assemblee legislative, ciò che risulta di non facile comprensione è il livello amministrativo di tali decisioni e, contestualmente, quello tecnico ed esecutivo.

Infatti, quale convenzione – o atto amministrativo similare – regge quest’eventuale accordo fra i due enti e cosa accadrebbe nel caso di sovrapposizioni istituzionali (es. visita di alte Autorità alle due Istituzioni in contemporanea), ovvero quale priorità la Struttura dell’Ufficio Stampa del Consiglio provinciale di Trento darebbe alle Istituzioni che si trova a rappresentare sul piano comunicativo? E ancora: quali numeri delle prestazioni sono stati previsti mediamente in un anno, ammesso che questa doppia funzione assolta da un singolo giornalista sia compatibile con i contratti di lavoro degli stessi e con le regole deontologiche del relativo ordine professionale, dato che si tratterebbe, in definitiva, di due “diverse testate concorrenti” per le quali si trova, suo malgrado, a dover lavorare il singolo giornalista? E poi cosa accadrebbe nel caso di conflitto fra i due Organi?

Forse l’avvio di quest’esperienza potrebbe essere stato segnato da una certa “leggerezza” – peraltro non nuova, almeno nel Consiglio provinciale di Trento se solo si guarda alla vicenda del licenziamento di un dipendente del medesimo – visto che non parrebbe facile spiegare ai competenti Organi di controllo contabile pubblico l’utilizzo improprio di personale di un’istituzione a servizio di un’altra, qualora lo stesso non fosse regolamentato e normato quanto meno da appositi atti amministrativi.

Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente del Consiglio provinciale per sapere:

- se quanto riassunto in premessa, relativamente al carico di lavoro dell’Ufficio Stampa del Consiglio provinciale per conto del Consiglio regionale, corrisponde al vero e da quanto tempo questa situazione perdura;

- quale atto amministrativo o regolamentare sovraintende a tale particolare possibilità e perché non si riesce a reperire sul sito istituzionale del Consiglio provinciale;

- quali introiti sono previsti sul bilancio 2020/2021 del Consiglio provinciale di Trento, a fronte delle prestazioni succitate di suoi diretti dipendenti;

- quali previsioni operative sono state fatte, nel caso di sovrapposizioni istituzionali d’immagine, come quelle richiamate ad esempio in premessa;

- quante e quali previsioni forfettarie sono state fatte circa il numero delle prestazioni dell’Ufficio Stampa del Consiglio provinciale in un anno di lavoro per conto del Consiglio regionale;

- se è prevista l’assegnazione di qualche emolumento ulteriore ai giornalisti dell’Ufficio Stampa del Consiglio provinciale per quest’ulteriore carico imprevisto di lavoro e non ricompreso nel contratto di lavoro sottoscritto al momento dell’assunzione in servizio;

- se si è previsto che anche altri enti pubblici e parapubblici possano avvalersi delle prestazioni professionali dell’Ufficio Stampa del Consiglio della Provincia autonoma di Trento, alle medesime condizioni eventualmente applicate al Consiglio regionale;

- se di tutta questa strana procedura è stata resa edotta la Corte dei Conti, quanto meno per averne un parere preventivo, posto che si tratta comunque di prestazioni lavorative di dipendenti pubblici per conto di enti terzi.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

Distinti saluti.

avv. Luca Zeni

Interrogazione 

CHE FINE HA FATTO L’UFFICIO STAMPA DEL CONSIGLIO REGIONALE?

Ormai da qualche tempo, risulta che l’Ufficio Stampa del Consiglio regionale sia privo di personale addetto, sia sul versante giornalistico come su quello amministrativo. Il precedente responsabile pare infatti aver fatto altre scelte professionali e quindi, a tutt’oggi, il servizio di informazione e rendicontazione sembra essere del tutto scoperto. Tanto che non risultano comunicati stampa del Consiglio regionale per la seduta del 2-3 dicembre 2020.

Consapevole di questa situazione pare che la Presidenza del Consiglio regionale abbia chiesto una collaborazione professionale al Consiglio della Provincia autonoma di Trento, il quale, a sua volta, sembra aver messo a disposizione del Consiglio regionale la sua Struttura di informazione stampa, che infatti si è occupata del comunicato relativo alla seduta del 9 dicembre 2020 del Consiglio regionale.

Posto che la questione appare piuttosto strana e del tutto originale, non essendosi mai verificata prima a quanto consta all’interrogante, quello che diventa indispensabile capire è l’insieme delle modalità che dovrebbero aver portato a tale scelta, nella certezza che la stessa sia comunque regolamentata da una apposita decisione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, il quale dovrebbe aver deciso modi e forme di questa sorta di “appalto dell’informazione istituzionale”, nonché aver quantificato tempi e costi dello stesso.

Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente del Consiglio regionale per sapere:

- se, quando e per quali ragioni è stato deciso di non sostituire la figura addetta alla comunicazione del Consiglio regionale, dopo che la persona in servizio in tale ruolo ha dismesso le sue funzioni;

- con quali modalità e sulla scorta di quali valutazioni, si è deciso di “appaltare” il servizio di comunicazione e stampa del Consiglio regionale alla competente Struttura del Consiglio della Provincia autonoma di Trento (es. convenzione fra enti; lettera di intenti; accordo sottoscritto dai due Uffici di Presidenza ecc.);

- se quanto ciò descritto fin qui corrisponde al vero, quali eventuali costi si sono imputati a carico del bilancio del Consiglio regionale per le attività esercitate dall’Ufficio Stampa del Consiglio provinciale di Trento in nome e per conto del Consiglio regionale;

- come si giustifica l’utilizzo di personale di altra Amministrazione per esplicare funzioni di diretta competenza della Presidenza del Consiglio regionale, posto che la medesima ha sempre esercitato direttamente tali funzioni e con quali tempistiche quest’affido irrituale potrebbe essere previsto;

- quali modalità sono state previste per garantire la “par condicio” fra le diverse Rappresentanze etniche nella comunicazione istituzionale del Consiglio regionale, quando la stessa sembra essere stata affidata “tout court” all’Ufficio Stampa del Consiglio provinciale di Trento, posto che il parallelo Ufficio Stampa del Consiglio provinciale di Bolzano, risulta per esperienza pluriennale ovviamente più esperto in materia di trattamento paritario delle diverse Rappresentanze etniche;

- in base a quali dati oggettivi l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale pare aver deciso l’affido della comunicazione alle Strutture del Consiglio provinciale di Trento.

A norma di Regolamento si richiede riposta scritta.

Distinti saluti.

avv. Luca Zeni