Coerenti, come sempre, con i valori dell’onestà e della trasparenza, i capigruppo della Lega e dei 5 Stelle in Parlamento hanno introdotto, nei giorni scorsi, un emendamento in materia di candidabilità per le cariche pubbliche, per rendere ancor più strette le maglie della possibilità di candidarsi al Parlamento o nelle Istituzioni regionali e comunali per chi ha subito condanne penali. Infatti l’emendamento prevede che chi ha subito condanne anche per reati lievi, condanne che però sommate arrivano ad un minimo di quattro anni, non potrà candidare per cariche pubbliche.
Bravi. Giusto.
Anzi, giustissimo, se non ci fosse un ma…..
Si, perché la cosa vale per tutti i reati, tranne che per quelli di diffamazione, di discriminazione razziale, etnica e religiosa e di propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.
In altre parole, se vieni condannato per aver dimenticato, in buona fede, di eliminare scatolette di alimenti scaduti nel tuo negozio non puoi candidare a nessuna carica, se invece trovi una persona di colore che non ti cede il posto sull’autobus e lo apostrofi elegantemente con l’espressione: “negro di m….”, allora puoi tranquillamente candidare ovunque. Con gli ebrei poi puoi sbizzarirti come ti pare, perché sono anche più abituati a certe finezze.
Solo un’avvertenza. Non dimenticarti di segnalare queste tue opinioni sul curriculum. Sicuramente ti porterà voti.
Ma quale tipo di società vogliamo per i nostri figli?