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 “Dio.. ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia vita eterna” (Gv 3,16).

“Gesù fa capire che il mondo non è la fonte delle definitiva felicità dell’uomo. Anzi, può diventare fonte della sua perdizione. Questo mondo che appare come grande cantiere di conoscenze elaborate dall’uomo, come progresso e civiltà, questo mondo come moderno mezzo di comunicazione, come ordinamento di libertà democratiche senza alcuna limitazione, ebbene questo mondo non è in grado di rendere l’uomo felice. (…)

Il mondo non è capace di liberare l’uomo dalla sofferenza, in particolare non è in grado di liberarlo dalla morte. L’intero mondo è sottoposto alla precarietà, (…) è sottoposto alla corruzione e alla mortalità. Nella dimensione corporea lo è anche l’uomo. L’immortalità non appartiene a questo mondo. Può venire all’uomo soltanto da Dio. Perciò Cristo parla dell’amore di Dio che si esprime nell’invio del figlio unigenito, perché l’uomo “non muoia, ma abbia vita eterna”. (…)

Dio non è l’Assoluto che sta fuori dal mondo, e al quale è indifferente la sofferenza umana. É l’Emmanuele, il Dio-con-noi, un Dio che condivide la sorte dell’uomo e partecipa al suo destino. Se nella storia umana è presente la sofferenza, si capisce perché la Sua onnipotenza si è manifestata con l’onnipotenza dell’umiliazione mediante la Croce. Lo scandalo della Croce rimane la chiave di interpretazione del grande mistero della sofferenza, che appartiene in modo così organico alla storia dell’uomo.”

Giovanni Paolo II, Varcare la soglia della Speranza

Lo “scandalo della Croce” ci aiuta a vivere con fiducia anche di fronte alle tante difficoltà della vita. Una vita che proprio perché continua sorpresa merita di essere vissuta con pienezza.

Buona Pasqua a tutti

Luca, Gloria, Giulio, Giovanni e Giacomo