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Bocciata dalla maggioranza in Consiglio Provinciale la risoluzione sull’ospedale di Cavalese. Di seguito il testo

Proposta di risoluzione:

confermare e proseguire con la realizzazione del nuovo ospedale di Cavalese in adiacenza a quello esistente

L’ospedale di Cavalese è stato costruito dalla Magnifica Comunità nel secondo dopoguerra, ed anche per questo motivo la popolazione locale ha sempre sentito un forte senso di appartenenza verso la struttura. L’iter venne avviato nel 1948; venne individuata la zona più adatta in località Palla (ai Dossi), situata a sud-ovest dell’abitato di Cavalese, ed i lavori partirono nel 1952. L’ospedale venne inaugurato dopo soltanto tre anni, il 1 maggio 1955.

La struttura nel corso del tempo ha subito interventi ed ampliamenti, con una nuova ala inaugurata nel 1974, mentre nel 2006 sono terminati dei lavori relativi alle aree destinate a dialisi, magazzini, mensa, sala riunioni, parcheggio, garage dei mezzi del 118, centrali tecnologiche.

Venne successivamente svolta una valutazione rispetto ad una nuova localizzazione dell’ospedale, ma l’ipotesi venne scartata per costi più alti, maggiori rischi di contenzioso, forte impatto sulla mobilità locale. La scelta di lasciare l’ospedale nello stesso luogo scelto dalla Magnifica Comunità nel 1948 è stata condivisa con le istituzioni locali, che hanno approvato all’epoca anche degli atti politici in tal senso. Nel 2015 la giunta provinciale ha avviato l’iter per una nuova struttura, adiacente e di ampliamento rispetto a quella esistente. Nel marzo del 2019 la giunta provinciale ha proclamato i vincitori del bando di progettazione, per un progetto che dovrà essere realizzato in 5 blocchi, con lavori a base gara che ammontano a 36.943.334 euro; con le somme a disposizione il costo totale è diventato pari a 47.670.168 euro.

Nonostante alcune rassicurazioni verbali da parte del Presidente Fugatti, nell’agosto 2020 ha iniziato a serpeggiare in Val di Fiemme una certa preoccupazione rispetto alla concreta volontà della giunta provinciale di proseguire con convinzione per realizzare il nuovo ospedale, in particolare dopo la scelta di far slittare in là negli anni nel bilancio della Provincia il finanziamento.

La preoccupazione è aumentata quando si è diffusa la voce che alcuni residenti, proprietari di terreni in località Vivaio a Masi di Cavalese, in una diversa zona della Valle rispetto a quella dove è collocato oggi l’ospedale, sono stati avvicinati per sondare la loro disponibilità a vendere i terreni in vista della possibile rivisitazione della collocazione del nuovo ospedale da parte della Provincia. Tale voce è stata poi confermata, con lo Scario della Magnifica Comunità che svolgeva il ruolo di intermediario per un’impresa privata, su “richiesta di alcuni dirigenti della Provincia”, come dallo stesso riferito alla Magnifica Comunità.

Al di là della gravità di una condotta speculativa probabilmente illegittima, l’ipotesi di spostare l’area per il nuovo ospedale era eclatante, poiché stava avvenendo al di fuori di ogni criterio di trasparenza e di confronto con la popolazione.

Di fronte al clamore della vicenda, e alle possibili ripercussioni politiche in vista delle elezioni comunali imminenti, il Presidente Fugatti in data 17 settembre 2020 rispondeva all’interrogazione n. 1732 affermando: “non sono all’ordine del giorno ipotesi di modifica degli intendimenti politici in merito alla realizzazione del nuovo presidio ospedaliero della Val di Fiemme, né di una diversa sua collocazione territoriale rispetto al sito attuale. Va ribadito, pertanto, che la Giunta provinciale intende procedere alla realizzazione del nuovo ospedale di Cavalese in adiacenza a quello esistente”. Nella risposta all’interrogazione n. 1732 si prosegue specificando la necessità di un aggiornamento del progetto alla luce in particolare del Covid; “in ogni caso, l’intenzione è quella di proseguire con la realizzazione del nuovo ospedale di Cavalese nel rispetto del progetto preliminare vincitore del concorso di progettazione già approvato che evidentemente dovrà essere rivisto per adeguarlo alle nuove esigenze.

Finora alla Giunta provinciale non è pervenuta alcuna proposta concreta da parte di privati circa l’ipotesi di realizzare il nuovo ospedale in un’area diversa, attraverso forme di partenariato. Anche non escludendo la possibilità che esista un interessamento in questo senso, va ribadito che l’amministrazione è chiamata ad operare sulla base di dati certi e attraverso strumenti formali previsti dalla programmazione e dalle procedure del settore di riferimento.

Allo stato dei fatti, quindi, non vi sono elementi che contrastano con i programmi provinciali fin qui deliberati e l’intenzione è di proseguire nelle fasi di realizzazione dell’opera tenendo conto anche degli obiettivi più generali di riuscire a completare le opere fondamentali in tempo rispetto al calendario delle Olimpiadi invernali.

Il cronoprogramma per la realizzazione dell’ospedale è il seguente: a) adeguamento e sviluppo della progettazione entro primavera 2022; b) appalto dei lavori entro primavera 2023; c) esecuzione del nuovo Ospedale, 2023-2026.

Le affermazioni, contenute nell’atto ufficiale sopra citato, sono state subito smentite dal sindaco di Cavalese Welponer, che, rispondendo ad una interrogazione del consigliere comunale Carmelo Zini, scrive testualmente: “in data 16 gennaio 2020, il sottoscritto Sindaco di Cavalese ed il Presidente della Comunità Territoriale di Fiemme Giovanni Zanon sono stati convocati dal Presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti che ci ha informati della volontà di realizzare il nuovo Ospedale di Fiemme entro la fine del 2025, in modo da poter essere operativo per le Olimpiadi del 2026.

Per poter fare questo, ci è stato detto, era necessario trovare una nuova localizzazione, diversa dalla attuale e da quanto previsto dal progetto già in precedenza approvato. Infatti, la realizzazione del nuovo nosocomio secondo tale progetto non solo non ne avrebbe consentito la ultimazione in tempi utili per le Olimpiadi, ma avrebbe creato grossi disagi ai degenti ed al personale ospedaliero. In quella sede era stata ventilata anche la possibilità che la nuova costruzione venisse realizzata nei pressi del vivaio forestale di Masi di Cavalese.

Nella primavera del 2021 l’impresa Mak costruzioni depositava formalmente una proposta di partenariato pubblico privato per la realizzazione di un nuovo ospedale in località Vivaio a Masi di Cavalese, in un’area non prevista dalla programmazione provinciale come area per servizi sanitari, nonostante la normativa provinciale sia chiarissima nel prevedere il potere pianificatorio in capo alla Provincia e non ai privati, ed escludendo pertanto la possibilità di PPP su aree che necessiterebbero di modifica urbanistica.

La Provincia istituiva un Nucleo di Valutazione (NAVIP), composto interamente da dirigenti delle Provincia e senza la presenza dell’APSS; il NAVIP nel settembre 2021 inviava una relazione conclusiva alla Giunta provinciale ed una richiesta di integrazioni all’impresa proponente.

Nel frattempo emergeva che il sindaco di Cavalese Finato aveva inviato al NAVIP per conoscenza una mail rinvenuta tra la documentazione del comune, inviata dal Presidente della Comunità di Valle Zanon al precedente sindaco di Cavalese Welponer, nella quale si inviava una copia di ipotesi progettuale per il nuovo ospedale a Masi di Cavalese già nel maggio 2020. Il divenuto commissario Zanon conferma di essere stato messo a conoscenza del nuovo progetto, ma di aver mantenuto la segretezza su indicazione del Presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti.

Quindi, ricapitolando:

- gennaio 2020: il Presidente Fugatti, alla presenza del sindaco di Cavalese Welponer, del Presidente della comunità Zanon, di due consiglieri provinciali residenti in val di Fiemme, e pare anche di alcuni dirigenti provinciali, illustra l’ipotesi di realizzare un nuovo ospedale non più a Cavalese ma in zona Masi, chiedendo riservatezza ai presenti;

- nella primavera del 2020 alcuni amministratori di valle discutono del progetto, tanto da possederne una bozza, con il Presidente della comunità che invia una mail riservata al sindaco del comune di Cavalese;

- nell’estate 2020 lo Scario della comunità, su indicazione di alcuni dirigenti provinciali, avrebbe svolto un ruolo di intermediario per un’impresa privata, al fine di acquisire i terreni (agricoli o boschivi) sui quali dovrebbe poi sorgere il nuovo ospedale;

- nel settembre 2020 il Presidente Fugatti afferma in un atto ufficiale, nella risposta ad una interrogazione, in maniera cristallina, che non vi è alcuna ipotesi di cambiamento rispetto al progetto approvato di nuovo ospedale a Cavalese, e conferma il cronoprogramma per appalto e realizzazione;

- nella primavera 2021 Mak costruzioni presenta una proposta di PPP per la realizzazione di un nuovo ospedale a Masi di Cavalese;

- nel settembre 2021 il Navip invia una relazione alla giunta provinciale e una richiesta di integrazione all’impresa proponente.

Pertanto emerge chiaramente come il Presidente Fugatti abbia agito per coordinare la proposta dell’impresa privata con alcuni amministratori locali, muovendosi senza trasparenza, senza alcun percorso partecipato o ufficiale, ed abbia deliberatamente mentito rispetto alla linea che stava portando avanti.

Tanto premesso, il Consiglio impegna la Giunta:

  1. confermare il cronoprogramma previsto rispetto alla realizzazione del nuovo ospedale di Cavalese in adiacenza a quello esistente;

  2. a ristabilire il finanziamento già previsto a bilancio per il nuovo ospedale di Cavalese;

  3. a bloccare l’iter avviato rispetto alla proposta di partenariato pubblico privato, in virtù di un percorso privo di trasparenza, con il coinvolgimento attivo del Presidente della Provincia in una procedura che avrebbe dovuto garantire il rispetto delle procedure previste in materia di opere pubbliche;

  4. in caso di un cambio di linea da parte della Giunta provinciale rispetto all’ospedale di Cavalese, ad avviare un percorso ampio, trasparente e partecipato, al termine del quale l’eventuale individuazione di una nuova area per l’ospedale derivi da una programmazione complessiva: sanitaria e sociosanitaria, ambientale, viabilistica ed economica.

 

 

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