Gonfalone_Trentino_Alto_Adige

Interrogazione 

AUTONOMIA E TERZO STATUTO

In queste settimane sta riprendendo quota il dibattito attorno al futuro dell’istituzione regionale; al suo senso storico ed alle prospettive che questo evoca. E’ indubbiamente un tema delicato e complesso e strettamente correlato al domani dell’autonomia trentina e di quella sudtirolese, nonché ai profili in divenire dell’euroregione tirolese.

Già in passato – e con un certo sentimento di preveggenza – la Presidenza del Consiglio provinciale si era posta il problema del domani dello strumento autonomistico e- quindi anche dell’ente regionale – avviando un processo di approfondimento e di studio attorno all’ipotesi suggestiva, quanto complessa, di una possibile revisione statutaria. Non si trattava solo di adeguare lo Statuto alle mutate esigenze e condizioni storiche, ma anche di affrontare compiutamente un ragionamento sul futuro, cercando di coniugare le attese della vicina Provincia autonoma di Bolzano con quelle della Provincia autonoma di Trento, nella consapevolezza che il rovesciamento del principio statutario che faceva riferimento alla Regione autonoma Trentino Alto Adige/Südtirol, con l’approvazione della Legge costituzionale n. 2/2001, impone proprio alle due Province autonome un supplemento di iniziativa politica di lungo respiro, avente anche lo scopo di definire il destino del modello regionale, in un contesto di rapidi mutamenti come quelli ai quali assistiamo ogni giorno.

Oggi il dibattito in corso, dentro la politica come sugli organi di informazione, avverte ancora la crescita di una domanda di senso attorno ad un ente, ormai svuotato dei suoi poteri e delle sue funzioni trasferite quasi tutte alle due Province autonome; un ente cioè che pare non rispondere più alle esigenze identitarie e ad uno scopo politico preciso.

A Trento sembra insomma che la Regione sia estranea alle esigenze della popolazione e della politica locale, pur su di un fondale di inquietudine legato al rischio circa il venire meno della Regione in quanto tale come premessa ad uno sgretolamento dell’autonomia provinciale stessa, mentre a Bolzano, che non ha mai “digerito” l’istituto regionale avvertendolo soprattutto come strumento di controllo etnico, si moltiplicano gli sforzi per una definitiva cancellazione della Regione autonoma.

D’altronde, le due Province hanno dimensioni troppo limitate per essere in grado da sole di affrontare le questioni provinciali, come quelle nazionali ed internazionali, in un’epoca sempre più globalizzata e globalizzante.

La condivisione di molti problemi comuni in materia infrastrutturale, come sanitaria e culturale o come ambientale e di sopravvivenza della montagna, obbliga oggi ad un dialogo che non può esaurirsi mai e che anzi andrebbe amplificato dentro il modello euroregionalistico. In questo contesto allora anche la Regione potrebbe trovare una sua nuova dimensione, sviluppando seriamente quel ruolo di “facilitatore” per un confronto fra le due Province che deve mantenersi su livelli alti e di prospettiva.

In tale quadro quindi, andrebbe riletto il lavoro operato dalla “Consulta per il terzo Statuto” attraverso iniziative politiche ed istituzionali promosse dalla Presidenza del Consiglio provinciale, anche per non limitare la medesima ad un ruolo puramente notarile, con il fine di riannodare quei fili del dialogo interrotti con la conclusione dei lavori della “Consulta” e della “Convenzione”.

Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente del Consiglio provinciale per sapere:

- se lo stesso condivide la lettura politica posta in premessa e l’opportunità di dar corso al ridisegno dello statuto d’autonomia;

- se ritiene di dover attivare la Presidenza del Consiglio provinciale per una ripresa del confronto politico attorno all’ipotesi prima richiamata, coinvolgendo nella stessa anche un progetto per un nuovo ruolo dell’ente regionale;

- se egli ha elaborato, in questa prima fase della Legislatura, una strategia istituzionale per affrontare i grandi nodi che attendono l’autonomia trentina nei prossimi mesi ed anni, poste anche le evidenti contrazioni delle disponibilità finanziarie pubbliche e la complessità del rapporto con la limitrofa Provincia autonoma di Bolzano.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

Distinti saluti.

- avv. Luca Zeni -