Interrogazione

ADDIO PATTINAGGIO OLIMPICO?

La pagina n. 37 del quotidiano torinese “La Stampa”, ospita, nell’edizione del 28 dicembre 2022, una notizia che riguarda la Provincia autonoma di Trento e le Olimpiadi invernali del 2026 e della quale, in sede locale, non sembra esserci grande traccia.

Scrive testualmente, sotto il titolo “Torino va veloce”, il giornale diretto da Massimo Giannini: “Primo: la lievitazione dei costi che, a causa dei rincari di energia e materie prime, potrebbe arrivare a 60/70 milioni rispetto ai cinquanta del progetto preliminare. Secondo: i timori di ritrovarsi con una cattedrale nel deserto sicuramente bella ma che difficilmente riuscirebbe a garantire un numero di eventi tale da ammortizzare una simile spesa. Terzo: la presenza di una pista scoperta scelta nel 2019 per ospitare i campionati mondiali junior del pattinaggio veloce. Ecco i tre motivi che potrebbero spingere la Provincia autonoma di Trento a rinunciare alla realizzazione del nuovo sito che dovrebbe ospitare 14 gare olimpiche di Milano-Cortina 2026. Chi segue il dossier spiega che la decisione dovrebbe essere ufficializzata entro la metà di gennaio dal presidente Maurizio Fugatti. Il condizionale è d’obbligo, ma se questo è lo schema di gioco, allora le possibilità che Torino venga ripescata e diventi una delle sedi dei Giochi 2026 sono molto alte.”

Ma come? Una notizia di così grande impatto ci arriva da Torino? E Trento, cosa ne sa? Cosa conferma e cosa smentisce?

Per mesi ci hanno assicurato che “tutto va bene, madama la marchesa”; che non ci sono problemi. Si è perfino parlato di “project financing” da parte dell’impresa “MAK Costruzioni” – la stessa che ha proposto l’edificazione del nuovo e contestatissimo ospedale di valle a Cavalese – per la copertura dell’ “Ice Rink” di Baselga di Pinè (vedi “L’ Adige” 31.01.2022) e adesso?

Ci hanno garantito che i Giochi sarebbero stati un importante volano per l’economia del nostro territorio, grazie ai possibili investimenti derivati dal P.N.R.R. e invece scopriamo che, probabilmente, va tutto a Torino?

Improvvisazione, incompetenza ed incapacità sembrano, ancora una volta, regnare sovrani sulle scelte e le decisioni di questa Giunta provinciale, ormai arrivata agli sgoccioli di ogni minima credibilità. Ospedale si, ospedale no; “Ice Rink” si, “Ice Rink” no; reintegri di dirigenti si, no, forse, ma solo dopo ripetute sentenze del Tribunale; condanne che piovono quasi quotidianamente, con un esborso di fondi pubblici che dovrebbe impensierire anche gli Organi della Magistratura contabile; bocciatura quasi totale delle norme provinciali da parte del governo nazionale; una Sanità che sta precipitando nel caos al pari delle politiche sociali e della casa e via elencando fra le troppe peculiarità di questa sorta di “Circo Barnum” che è ormai diventata la Provincia autonoma.

In questo marasma, ci mancava solo che Torino togliesse a Baselga di Pinè ogni protagonismo olimpico, con la benedizione del Presidente Fugatti e del suo governo dai facili impegni assunti e poi puntualmente disattesi.

Peraltro la recente definizione da parte della Giunta provinciale del finanziamento per l’ “Ice Rink” aveva evidenziato – oltre all’assenza di una strategia di lungo periodo, con accordi forti con la Federazione Pattinaggio per fare di Baselga di Pinè il centro di riferimento a livello nazionale e, in questo modo, immaginare una possibile sostenibilità dell’opera – la previsione di un “buco” annuale da centinaia di migliaia di euro e la grande approssimazione del piano per la realizzazione dell’opera entro il 2025. All’enfasi ed alle promesse, si viene così a sostituire l’amara realtà, con questi esiti sconfortanti.

Alla luce di tali considerazioni e del citato articolo apparso sugli organi di informazione nazionale, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

- se corrisponde la vero la notizia riportata oggi dal quotidiano “La Stampa” di Torino;

- se si è consapevoli che l’iter confuso che sta caratterizzando la vicenda dell’ “Ice Rink”, sta facendo perdere credibilità all’intero sistema trentino, aprendo così alle ipotesi riportate da “La Stampa”;

- qual è il cronoprogramma completo, credibile e preciso previsto per la realizzazione dell’opera in oggetto;

- quali sono le “scoperture annuali” previste per la gestione e quali accordi formali sono stati presi con il Comune di Baselga di Pinè, per garantire la copertura da parte della Provincia sul lungo termine.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

avv. Luca Zeni