353

Nella graduatoria degli atti istituzionalmente molto gravi compiuti dalla giunta leghista, questo si colloca certamente ai primi posti.
Dallo Stato italiano arrivano in due tranche (136+217) 353 milioni di euro alla Provincia autonoma di Trento.
I primi 136 erano stati inseriti nella proposta di assestamento di bilancio in discussione in consiglio provinciale.
Nei giorni scorsi il Presidente Fugatti ha detto che gli altri 217 milioni non sarebbero stati messi ora a bilancio in entrata (perché ancora non sanno come spenderli), mentre Bolzano li ha inseriti, avendo le idee chiare su come utilizzarli.
Infatti in ogni ordinamento statale occidentale funziona così: l’esecutivo propone come allocare le risorse – tot risorse sulla scuola, tot sulla sanità, tot su economia, tot su lavori pubblici etc – e il parlamento approva o meno (in tal caso cade il governo) il bilancio.
E quindi Fugatti nei giorni scorsi ha detto: “per settembre presenteremo al consiglio provinciale la proposta su come spendere questi 217 milioni”.
In realtà, senza dire niente, ha depositato un emendamento che dice: “il fondo di riserva viene aumentato da 136.196.528,65 a 353.169.528,65”.
Cosa significa? Che prendono i 217 milioni e li lasciano in un fondo (che dovrebbe servire per le emergenze e gli imprevisti), al quale la giunta può attingere con discrezionalità, e spenderli senza prima aver avuto l’approvazione del consiglio provinciale.
Istituzionalmente un atto molto grave, perché si toglie trasparenza e si deprime il ruolo del nostro parlamento. Peraltro questa maggioranza dispone di tanti soldatini che alzano la mano a comando, non ha un problema di numeri in aula: il problema è proprio il dover rendere conto delle scelte che si fanno, e la maggiore difficoltà che evidenziano consiste nel dover argomentare le scelte, nel dover sostenere un confronto.
Per questo le minoranze consiliari hanno deciso di abbandonare l’aula, come protesta per una forzatura istituzionale molto grave, lasciando alla maggioranza leghista la responsabilità di questo modo di vivere le istituzioni.
In foto il comunicato delle minoranze.

comunicato353