arge alp

A QUANDO UNA NUOVA “ARGE ALP”?

 

Come certamente noto, per decenni il Trentino ha partecipato, unitamente ad altre realtà istituzionali e dei territori regionali situati alle frontiere settentrionali del Paese, a progetti di collaborazione economico-culturale, appunto fra Regioni e Land gravanti sulla geografia delle Alpi.

Fra tali meccanismi, che anticiparono di molto intuizioni come quelle euroregionalistiche, vanno ricordate soprattutto e per ordine di rilevanza, le collaborazioni all’interno del progetto “Arge Alp” nato nel 1972, quelle relative ad “Alpe Adria” e quelle direttamente correnti fra il Trentino e la Baviera attraverso il cosiddetto “Accordo bilaterale”. Si trattava, in via prevalente, di patti afferenti lo scambio commerciale, il turismo, la cultura secondo tradizioni secolari e legami storici fra le varie popolazioni e le economie dell’arco alpino.

Poi, con lo scorrere degli anni, questi accordi plurilaterali vennero superati dal progredire dell’Unione Europea e da nuovi progetti transfrontalieri, nati dentro il contesto continentale, come nel caso dell’esperienza euroregionale. Ma oggi, le intuizioni di allora, potrebbero rivelarsi ancora molto positive, seppur nei mutati orizzonti politici ed amministrativi, anche quale strumento di maggiore interazione per fra fronte alla gravità della crisi economica innescata dalla pandemia Coronavirus.

In altre parole, sarebbe opportuno chiedersi se non sia giunto il momento per un rilancio effettivo, concreto e lungimirante di una nuova politica transfrontaliera, con lo scopo di far entrare i territori posti a sud della catena alpina nel circuito virtuoso delle realtà mitteleuropee, che vantano economie più solide di quelle della media di molte Regioni italiane ed europee e mercati più appetibili per il prodotto trentino e non solo, sia sul versante turistico come su quello commerciale o quello legato alla ricerca ed all’innovazione.

Rispondere all’emergenza di questo tempo, significa anche immaginare soluzioni nuove e capaci di agganciare il nostro territorio, come anche altre realtà, ad esempio al motore economico e produttivo bavarese, aprendo nuove “finestre” di contatto e di relazione che non prefigurano un “bypass” dei rapporti proficui già in essere con i Land austriaci del Tirolo e del Voralberg, ma che anzi implementano ed allargano la rete dei referenti e degli interessi. Ciò che si potrebbe andare a disegnare quindi è una sorta di riedizione, in chiave di euroregione secondo quanto previsto dal Trattato di Madrid, del vecchio progetto “Arge Alp”, con un coinvolgimento quindi non solo della Baviera e dei citati Land austriaci, ma anche, se interessati, della Carinzia, come del Land tedesco del Baden Württemberg e delle Regioni italiane del Veneto e della Lombardia, in un’ ottica di costruzione europea e di rilancio economico di ampio spettro, anche quale strumento per affrontare le conseguenze del crollo delle economie provocato appunto dall’epidemia che ha sconvolto l’Europa ed il mondo intero.

Storicamente, ovvero dalle origini del Principato vescovile e fino quanto meno alla prima guerra mondiale, il Trentino ha sempre guardato maggiormente a nord, anziché a sud, intessendo relazioni e rapporti economici e culturali soprattutto con l’altro versante delle Alpi e così è stato anche, almeno in parte, per la Lombardia ed il Veneto, prima delle loro annessioni al Regno d’Italia, tanto che sia a Venezia come a Milano, al di là di ogni retorica risorgimentale, si guarda ancora con rispetto, ad esempio, all’epoca teresiana ed alle importanti riforme introdotte anche in quei territori posti, all’epoca, sotto la corona degli Asburgo. Oggi, alla politica, sulla scorta di queste consapevolezze, è chiesto un supplemento di immaginazione e di proposta, perché le trasformazioni avviate con l’evento traumatico di questi mesi impongono innovazione e sguardo lungo sul futuro, strumenti questi, a loro volta, essenziali per rilanciare la crescita e lo sviluppo anche di quell’intuizione sulle euroregioni che è rimasta, fin ad ora e tranne qualche sporadica iniziativa, lettera morta dentro il contesto europeo.

Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

- quale giudizio politico ed amministrativo la stessa esprime rispetto alle esperienze di collaborazione transfrontaliera del passato con i territori ricompresi nel progetto “Arge Alp”;

- se la stessa non ritenga opportuno riprendere anche le linee di indirizzo che stavano alla base del cosiddetto “Accordo bilaterale”, corrente fra la Provincia autonoma di Trento e la Cancelleria bavarese, con lo scopo di dar corso a nuove reciprocità fra queste due Istituzioni ed i rispettivi territori;

- come la stessa valuta l’ipotesi di istituzione di un “tavolo di lavoro” dell’arco alpino centrale, per mettere in contatto i territori e le loro economie, ai fini di un rilancio delle possibilità di ripresa per tutti i soggetti coinvolti;

- se, infine, non si ritenga utile proporre alla prossima seduta congiunta delle Assemblee legislative delle Province autonome di Trento, Bolzano e del Land Tirol l’apertura di questa esperienza transfrontaliera inizialmente anche alla Baviera e alle Regioni del Veneto e della Lombardia, almeno in qualità di “Osservatori” così come già avviene con il Land Voralberg, per poi allargare gli orizzonti fino a ricomprendere la Carinzia ed il Baden Württemberg.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

Distinti saluti.

avv. Luca Zeni